24 novembre, 2019

Mala tempora currunt...

Cari lettori,
dove eravamo rimasti?
Ah già, ora ricordo: alla cosiddetta commissione Segre, sinedrio di anime belle e di benpensanti democratici a prescindere che vuol combattere gli ‘odiatori’, che vuole mettere al bando le discriminazioni, le distinzioni e le separazioni; e in argomento avevo riesumato gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, anni in cui i ‘democrat’ dell’epoca - veri ispiratori e precursori di quelli odierni - si erano distinti nella ‘caccia ai fascisti’ e a quelli genericamente di ‘destra’, instillando e aizzando l’odio (quello vero, effettivo, che si tocca con mano…) nei confronti, appunto, di chi non la pensava come loro.
Ma il bello è (si fa per dire) che oggi, cioè ai nostri tempi così ‘democratici’, così ‘solidali’, così ‘fraterni’ secondo lor signori, le cose non sono affatto cambiate, anzi peggiorano, ragion per cui le notizie relative alla cosiddetta democrazia applicata e vissuta e messa in atto dalle suddette anime belle, dai benpensanti e dai democrat si moltiplicano, si accavallano, si accomunano e imputridiscono le acque e inquinano l’aria del semplice e civile convivere.
Democrazia: che bella parola! Vissuta e applicata: che presa per il c..o! Da usare come clava: realtà di ogni giorno!
Senza accennare a fatti clamorosi infatti, a fatti nazionali che dimostrano lo sfregio, le offese e le infamie di cui quotidianamente si rende responsabile la cosiddetta nostra democrazia, ecco, soffermiamoci a considerare, per esempio, il recente ‘caso’ televisivo in cui la sinistra, sinistroide, sinistrorsa e sinistrata (in tutti i sensi) Lilli Gruber minaccia l’onorevole Giorgia Meloni (bravissima e combattiva più che mai nell’esprimere decisamente ed efficacemente e fluentemente i suoi concetti), ebbene, ecco l’astiosa e inviperita (ma tanto ‘democrat’) conduttrice che minaccia di togliere l’audio alla sua ‘ospite’. Incredibile, pazzesco, da non credere: ma purtroppo vero!
E stendiamo un pietoso velo, se non altro in omaggio alla carismatica figura del cardinal Ruini, sui commenti velenosi, irrispettosi ma comunque ‘democratici’ con cui i ‘democrat’ hanno bollato la notizia dell’incontro recentemente avvenuto tra il porporato e Matteo Salvini: perché la Chiesa va bene, e i preti sono da ascoltare e seguire quando, da ogni pulpito, si scagliano contro il ‘demonio’  e gli augurano ogni male possibile e immaginabile. Al contrario, povera Chiesa, invece, e povero cardinal Ruini, che  i democrat hanno più o meno palesemente accusato di manifesta ‘senilità’ (eufemismo) proprio per non essersi scagliato (Fanghiglia Cristiana docet), comunque e quantunque contro ‘il Capitano’.
Ma veniamo alla nostra Bergamo, ora, a questa nostra città così democratica in cui il sindaco, tipico esemplare di ‘democrat’ da capo a piedi, rifulge e giganteggia; veniamo a questa città le cui istituzioni, tutte, nessuna esclusa, NON hanno sentito il dovere, minimo, di condannare, di stigmatizzare (come è di moda dire) il vile e ignobile striscione (affisso ai muri del Comune) con il quale i democrat (e ti pareva) bollavano e offendevano il Consigliere comunale Tremaglia, ovviamente per il suo dire, il suo fare e il suo essere. Evviva, evviva dunque la democrazia, interpretata, vissuta e applicata dai ‘democrat’ dei nostri giorni.
Ah, dimenticavo. Evviva anche le ‘sardine’, quelle piazze democratiche senza simboli di partito dietro le quali, però, c’è Mortadella, tanta Mortadella, e il cui promotore e inventore’ (delle sardine) lavora per la rivista di Romano Prodi e dell’ex ministro Alberto Clò (quello della seduta spiritica, in casa sua, nel 1978, appunto con Romano Prodi e altri per evocare il luogo ove le Brigate Rosse tenevano prigioniero Aldo Moro) e che sul proprio profilo Fb si rivela per quello che è in realtà: un ardente sostenitore del PD, un ‘piddino’ autentico, un ‘democrat’ esemplare: sardine pesce azzurro, dunque? Nemmeno per sogno: pesce rosso, molto rosso!






14 novembre, 2019

"Democratici" a parole


Cari lettori,
con questo saluto di introduzione rivolto a tutti voi, nessuno escluso, apro queste mie riflessioni, considerazioni e…confessioni sperando di ottenere il vostro apprezzamento, ove possibile, ma in ogni caso la vostra attenzione.
Ora che le acque si sono calmate e che l’argomento non è più di moda (non c’è tempo infatti per soffermarvisi: ogni giorno ce n’è una nuova…) e quindi la signora Segre e la sua “commissione anti-odio” ha perduto assai d’interesse e attualità (ma ne sentiremo ancora parlare), mi piace richiamare la vostra attenzione sul fatto che la legge dei “due pesi e due misure” è sempre in vigore e viene continuamente usata come una clava da coloro che sono tanto democratici a parole quanto antidemocratici, quindi faziosi, settari e partigiani nei fatti.
Il mondo sinistro, sinistrorso e sinistroide infatti si è stracciato le vesti e si è scandalizzato perché il centro-destra o destra-centro, fate voi, non ha votato a favore di questa commissione di controllo contro razzismo, antisemitismo, immigrazionismo e chi più ne ha più ne metta.
Non dico nulla sulle motivazioni giustificate e ragionevoli e ben spiegate che hanno indotto il centrodestra all’astensione, e mi limito quindi, cari lettori, a chiarire il perché ho parlato, poco fa, di due pesi e due misure. Vi racconto una storia.
C’era una volta, e i più anziani tra di voi lo ricorderà bene, un tempo in cui non esistevano i cosiddetti “odiatori da tastiera”, come oggi si usa dire (“i social” li hanno inventati dopo), ma era un tempo in cui l’incitamento all’odio era assai praticato, assai usato e … raccomandato: erano gli anni ’70 e ‘80 del secolo scorso infatti quando i ‘democratici’ di allora, trinariciuti e antesignani di quelli d’oggi, pieni di settarismo, faziosità e partigianeria spandevano e diffondevano odio, sissignori, odio nel vero senso della parola, contro tutti quelli, di destra, che non la pensavano come loro.
Solo che, come già detto, non avendo i moderni ‘social’ a disposizione ma volendo comunque comunicare il loro ‘democratico’ pensiero (e azione), non accontentandosi di poter disporre della cosiddetta grande stampa, delle televisioni, delle case editrici, delle università e quant’altro, eccoli a imbrattare i muri dei villaggi, dei borghi e delle città d’Italia con piacevolezze, delicatezze e gentilezze del tipo: “ Se vedi un punto nero spara a vista, o è un prete o è un fascista” (vedi fotografia); oppure: “Uccidere un fascista non è reato!”; oppure ancora: “fascisti carogne tornate nelle fogne”. E così via.
Ogni tanto, questi democratici a tutto tondo, prendevano licenza di variazione con un conciso e ben promettente “Clero al cloro”.
Ma il bello è che tali scritte, completate da decorative forche, falce e martello, bombe a mano et similia, a volte addirittura riportanti nomi e cognomi di ‘fascisti e reazionari’, non è che venivano cancellate, coperte o comunque ‘condannate’ da qualsivoglia tipo di autorità, dal cosiddetto mondo democratico e benpensante, dalle ‘anime belle’ insomma; nossignori, e allora rimanevano sui muri per mesi e mesi, anche anni.
Non era istigazione all’odio questa?! Non era un modo per criminalizzare “il nemico politico” che non era mai un semplice avversario politico ma, appunto, un nemico?!
Ovviamente tali incitamenti e aizzamenti all’odio, odio puro e autentico e distillato, queste istigazioni alla eliminazione (non metaforica) degli ‘altri’, dei ‘fascisti’, dei non democratici insomma, venivano ampiamente e facilmente ‘raccolti’ e fatti propri, a tal punto che i cosiddetti “anni di piombo” contarono molte giovani vite stroncate, uccise, assassinate.
Ma nessuno mai, dico mai, a partire dai governi di allora, dai partiti al potere, da qualsivoglia tipo di autorità, dai ‘democratici’ in servizio permanente effettivo ha mai fatto nulla, dico nulla per fermare, impedire e condannare questa criminalizzazione dell’altrui pensiero, dell’altrui credo, dell’altrui essere: che andava additato, minacciato, e a volte ucciso!
Comunque, quantunque e dovunque.
Commissione Segre per il controllo dello “hate speech” quindi, vale a dire contro l’incitamento all’odio?!: ma mi faccia il piacere!
Questo non è altro che l’inizio della caccia alle parole e alle idee che non sono in linea con il politicamente corretto e con il pensiero unico dominante: alla faccia del primo capoverso dell’articolo 21 della nostra Costituzione!
Perché i cosiddetti democratici di oggi così come quelli di ieri hanno una cosa che li accomuna, una specie di marchio di fabbrica: quando si imbattono in qualcuno che non la pensa come loro, ebbene, il demonizzarlo, il diffamarlo, comunque impedirlo e boicottarlo, per loro, democratici a prescindere, diventa un dovere, un imperativo, uno scalpo da aggiungere alla collezione.
Se, per esempio, ma ne potremmo fare tanti, se si sostiene che la famiglia è  la “Società naturale fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna”, così come definita dall’articolo 29 della già ricordata Costituzione, al contrario di altri “tipi di famiglia”, ebbene, questa convinzione potrebbe essere valutata come un’espressione di odio della quale, commissione Segre operante, potremmo esserne chiamati a rispondere?!
Ma ci rendiamo conto di cosa stiamo parlando? di cosa a cui stiamo andando incontro?!
Dio ce ne scampi e liberi. E soprattutto non arrendiamoci mai!

10 novembre, 2019

Buongiorno!


Non sono un “millennial”, anagraficamente parlando, avendo ormai tante primavere sulle spalle, ma mi caratterizzo - anche a detta di altri - per spirito combattivo, capacità di polemica e volontà di cantare “fuori” dal coro: oppure di stare “fuori  dal gregge”, così come indica il titolo del mio Blog.
In altre parole, aggiungo per spiegarmi meglio, non sono ‘politicamente corretto’, non ho il cervello all’ammasso e combatto le cosiddette ‘anime belle’, gli ottusi del ‘pensiero unico’, i ‘democratici’ a parole ma non nei fatti.
Sono coniugato, padre di cinque figli, nonno di sei nipoti e sono anche bisnonno.
In diversi ambiti, in passato, ho svolto una intensa attività politica locale, oltre che associativa e culturale, attestandomi per lo più sulle barricate dell’opposizione e del contrasto all’opportunismo, al servilismo e alla partigianeria.
Sono autodidatta, polemista e scrittore.
Tre sono i libri che ho dato alle stampe, la cui realizzazione tuttavia mi è costata parecchio da ogni punto di vista.
Ora però, grazie alle opportunità dei moderni ‘social’ che caratterizzano la nostra epoca, ho deciso di “aprire” questo mio Blog, “fuori dal gregge” appunto, perché non intendo più lasciare che il mio pensiero, il mio credo, i miei valori - trasmessi al mondo esterno - subiscano censura, divieti, epurazioni e ostracismo.
Leggetemi dunque, non vi annoierete.
Criticatemi se del caso, ma sappiate che non sarò mai banale, conformista e inchinato a nessuno.
Io sono qui. Vi aspetto. Non fatevi attendere.