Cari amici e lettori miei, dopo la mia lunga ‘vacanza’, durata circa sei mesi e dovuta a varie contingenze e occasioni personali e famigliari che mi hanno tenuto alla larga dalla penna e dalla tastiera del pc, eccomi di nuovo al piacere (che ritengo altresì un dovere), di rivolgermi a voi tutti chiedendovi in primo luogo notizie sulla vostra salute e come vi vanno, in linea di massima, le vostre ‘cose’ e le vostre circostanze: i vostri fatti insomma.
Spero tutto bene e che in tal modo tutto prosegua.
Dunque vediamo un po’… e riallacciamo il filo che, comunque, non si era mai del tutto spezzato: quel filo che, naturalmente, quasi obbligatoriamente si potrebbe dire, ci porterebbe a doverci riferire per capire tante cose al famoso libro del generale Vannacci (in testa a tutte le classifiche di vendita), che, appunto intitolandosi Il mondo al contrario, narra e dipinge il mondo odierno , la società di oggi, questi tristi tempi che stiamo vivendo insomma… esattamente così come sono: confusi, incerti, caotici, sconvolti e rovesciati a tal punto che mai nella storia del genere umano e dei millenni passati era stato dato di dover registrare.
Ma il fatto è che (non si sa se nel frangente sia meglio ridere piuttosto che piangere), la china sulla quale questo rincretinito, stordito e frastornato mondo è scivolato, rischiando lo sfascio totale; questa sorta di cupio dissolvi di cui pare preda questa società moderna dal cerebro spappolato in cui accade di tutto e il contrario di tutto; il fatto è che, dicevamo, al di sopra, al di fuori e al di là di tutto questo pare che si sia (finalmente!) trovata la causa, l’origine e soprattutto il responsabile dello sfacelo attuale: il patriarcato.
Eccolo, è lui. Dagli addosso! A morte il patriarcato! Distruggi il patriarcato!
O poveri noi, poveri noi ingenui che si è sempre pensato al patriarcato quale tipo di organizzazione sociale e famigliare in cui, appunto, i figli entrano a far parte del gruppo cui appartiene il padre da cui prendono il nome e i diritti che a loro volta trasmetteranno ai discendenti diretti o prossimi nella linea maschile.
Ovvio, scontato e normale che al patriarcato di cui sopra qualche volta è stato contrapposto il matriarcato, che, sebbene non soventemente ma comunque indubbiamente a sua volta ha determinato nella storia dei popoli, destini, eventi e pure capovolgimenti epocali di ogni sorta.
Ma questa è un’altra storia e quindi torniamo al famigerato patriarcato di cui tanto si dibatte in questi giorni, anzi in queste ore.
Perché è di questo che trattasi: il soggetto e l’oggetto stesso della feroce diatriba, dell’infuocata polemica che attanaglia l’odierna società e di fronte alla quale sono scomparse quasi del tutto (fateci caso) le tragicità delle guerre, del terrorismo, delle epidemie, degli sconvolgimenti climatici, delle povertà più estese ed altre bagattelle e quisquilie consimili.
Perché è il patriarcato, signori miei, che va combattuto, soffocato, eliminato: anzi ucciso. Perché è “lui” la causa principale, l’origine che provoca e da cui scaturisce il cosiddetto ‘femminicidio’ (orribile neologismo), che pare acutizzarsi in questa nostra disastrata epoca al punto di sovrastare ogni altra preoccupazione.
Questo è infatti ciò che urlano e berciano da ogni dove, piazze, cortei, tv, stampa asservita e a libro paga, salotti ‘buoni’, social impazziti e fuor di senno, cervelli illanguiditi portati all’ammasso e quant’altro: “anime belle” insomma… quelle dell’utero è mio e lo gestisco io; quelle dell’aborto sempre, comunque e quantunque, anche al nono mese; quelle dell’eutanasia libera, gratuita e incontrastabile; quelle che il sesso maschile e femminile non esistono, che il maschio e femmina Dio li creò è una favola per bambini, per creduloni e sempliciotti; quelle per cui l’alias è una vittoria così gratificante e strepitosa che il non riconoscersi e non accettare ciò che Madre natura ha stabilito (e quindi usare i ‘bagni neutri’), fa rimpicciolire il Napoleone di Austerlitz.
Quelle “anime belle” ancora, e soprattutto tanto democratiche, per cui le vite dei neri contano di più; gli inginocchiamenti dei bianchi sono il minimo sindacale dovuto e le distruzioni della cosiddetta cancel culture sono una sorta di espiazione di fronte alla quale, appunto noi bianchi, dobbiamo stare zitti e muti.
Quelle per cui il patriarcato insomma non è quel tipo di organizzazione sociale e famigliare, ripetiamo, fondata sull’autorità del capo della famiglia; quel patriarcato che, piaccia o meno se ne deve prendere atto, ha caratterizzato sempre, comunque e ovunque ogni epoca e ogni civiltà e a ogni latitudine: tutti i popoli infatti, bianchi, rossi, gialli, neri o di qualsiasi altro colore, del nord come del sud del mondo, dell’est come dell’ovest hanno avuto e hanno a base e fondamento, anche giuridico, il patriarcato di cui oggi si chiede la soppressione.
Sempre che ci venga detto dove ancora oggi esista, in Occidente.
Perché non va più bene. Perché non se ne deve più sopportare nemmeno l’idea.
Perché le invasate e urlanti e odierne erinni, le logore ed avvizzite megere, le scarmigliate e incartapecorite amazzoni (quelle dal seno destro mozzato per agevolare l’uso dell’arco), radunate e accomunate dai loro furori uterini hanno finalmente scoperto, capito e denunciato che sotto il patriarcato non si nasconde altro che la fallocrazia! Sissignori, avete letto bene: la fallocrazia! Finalmente l’hanno capita: c’è voluto del tempo ma poi ci sono arrivate!
Macché democrazia, egualitarismo, pari diritti (dei doveri se ne parla un’altra volta); macché sovranità, governi del popolo, vinca il migliore e altre amenità del genere: al contrario sono l’autoritarismo, anzi il dispotismo e l’assolutismo, in altre parole il patriarcato maschilista (rieccolo!), anzi la fallocrazia, il fallocentrismo e i fallocrati che reggono le redini del mondo, che fanno e disfanno, che comandano e dispongono, che schiavizzano e opprimono i popoli ma soprattutto le donne, il genere femminile, l’altra metà del cielo.
Eh sì, amici e lettori miei, oggi le cose stanno così: e non affanniamoci nel tentare, anche solo abbozzare una replica, un contrasto o una opposizione; nel ricordare che quando e laddove il cosiddetto patriarcato era la base, il fondamento attorno al quale tutto ruotava e dipendeva, ai ragazzi, ai giovani, agli uomini (nel senso maschile del termine) veniva insegnato che la loro appartenenza aveva un significato, un ruolo e una missione ben precisi, ben delineati; venivano loro infuse nel cuore, nella mente e nell’anima le responsabilità che non potevano essere di nessun altro: il loro dovere era quello di offrire e dedicare se stessi nelle fatiche del lavoro, nei sacrifici delle guerre ma soprattutto nella protezione delle donne, dei figli e della famiglia.
Non affanniamoci quindi, perché mai come ai nostri giorni sembra inutile, vano, una vera fatica di Sisifo il tentare di opporre qualcosa… un freno, un altolà e una barriera a questa deriva distruttiva che pare ineluttabile.
Ma poi… ma poi… no, non va bene, non è giusto. Contrordine!
Al contrario, amici e lettori miei, e scusate questo momento di debolezza, dobbiamo attivarci, opporci e pur battagliare finché possiamo, finché le forze ce lo consentono per riaffermare ciò che veramente era e dovrebbe tornare ad essere il patriarcato: una somma di valori, di ideali e di princìpi, certamente, ma soprattutto una somma di azioni alla cui base c’è la retta coscienza, l’onore, la fedeltà e la dignità… oltre al timor di Dio, che questa larva di Chiesa e questa sbandata Gerarchia di oggi non sa più nemmeno cosa sia…occupata com’è nelle sue sociologiche, terzomondiste e farneticanti apostasie ed eresie.
Oggi è necessario, anzi indispensabile che i giovani, segnatamente i giovani maschi riscoprano la bellezza della lealtà, del coraggio e del rispetto, soprattutto verso la donna: che devono rigettare, ribellarsi ed opporsi al pensiero unico che li vuole fluidi, abulici, confusi e sottomessi, conformisti e viziosi, capricciosi e codardi.
Tutte condizioni queste, tutti stati d’animo e modi di “essere” che sono tipici di coloro che ‘le donne le ammazzano’.
Se il patriarcato dunque può essere ancora oggi riferito, idealizzato e persino simboleggiato dalle virtù del cavaliere cristiano, coraggioso e indomito e intrepido, ebbene, evviva il patriarcato!
Il “femminismo”, nel suo delirio di evirazione del maschio e di mascolinizzazione della femmina è stato ed è il veleno mortale ideologico inoculato dai cosiddetti tempi moderni, introdotto dal ’68 e non contrastato dalla traditrice ‘opera’ della Gerarchia ecclesiastica “vaticanosecondista” giunta persino alla rinuncia della missione affidatale di portare a salvezza l’anima umana.
E’ stato scritto e ho letto in questi giorni, e sottoscrivo: Siamo orgogliosi, dunque, di essere maschi, bianchi, cattolici e sessualmente normali! Aggiungo: e ringraziamo il Cielo per le donne, tutte le donne, ma soprattutto per le nostre.
Un’ultima cosa ancora, prima di tacermi… e mi sia concessa anche se in caso contrario me la prendo lo stesso: ed è un ricordo, una preghiera, un riverente e postumo omaggio rivolto a quello che in Italia, nella nostra Italia, fu il primo ‘caso’ di autentico, bestiale ed efferato “femminicidio”, quello delle centinaia di ragazze, giovani donne, anche giovanissime che, appartenenti al Servizio Ausiliario Femminile della R.S.I., una volta catturate e arrestate dagli ‘eroici partigiani comunisti’ venivano prima oltraggiate, poi seviziate, stuprate e infine uccise. E insepolte per lo più.
Ma di questo massacro, di questo femminicidio ante litteram, di questa vergogna, infamia e ignominia della ‘italica resistenza’, ancora oggi, a ottant’anni di distanza, tutto tace, tutto è silenzio quando non è denigrazione e mistificazione della verità.
Già, perché è vero: di femminicidio si trattò… però antifascista…
E allora… allora… tutto va bene, madama la Marchesa!


5 commenti:
Posso solo dire che è un saggio da fare studiate a memoria ( come un tempo le poesie e le preghiere) ai giovani e meno giovani per ricordare chi siamo veramente
Signor Cortesi ,per primo le auguro una buona serata ,io sto benino coso spero di lei che stia bene in salute si intende ,vorrei dire tante cose ,ma le ha dette tutte lei signor Cortesi ,questo vuol dire che sono d'accordo su tutto quello che ha detto, buona serata
Cosa aggiungere??? Per parte mia ho trovato una descrizione perfetta dei fatti.
È un dono di natura saper scrivere e descrivere in maniera così chiara, limpida ,perfetta e realistica la situazione odierna.
Stiamo vivendo un periodo "malato" dove come ha scritto giustamente viviamo un mondo al contrario, per quanto non creda molto all'onestà del Gen. Vannacci. E ha perfettamente ragione nel dire che su certi femminicidi si tace e non parlo solo di ciò che è avvenuto 80 anni fa ma anche di oggi dove per qualche strano motivo, se per qualcuno viene fatta tanta propaganda, accusando l'uomo rigorosamente bianco, per altre povere donne si tace ma qui si entra in altri discorsi e quindi mi limito ancora una volta a farle i più sinceri complimenti.
È davvero un peccato che di persone con simili principi, con tanta onestà intellettuale e capacità oggi in Politica non se ne trovino più perché di Cortesi ce ne vorrebbero 10/100/1000
Niente da aggiungere. Purtroppo per i "tradizionalisti" questi son tempi difficili. E' in atto uno stravolgimento completo di cio' che la logica imporrebbe, pertanto ci si puo' solo augurare che il genere umano torni a far buon uso del suo intelletto ,ormai spesso travolto da un ondata di idiozia che rasenta la demenza pura. Un saluto alla roccia Luigi.
Come al solito....bravo Luigi
Penso che l' attuale polemica sul patriarcato sia dovuta al fatto che al giorno d'oggi sia doveroso contestare e in alcuni casi cambiare quello che fu retaggio del " passato"......
In alcuni casi ci si azzecca, in altre si rischia di prendere cantonate, come in questo caso.
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