29 maggio, 2023

Non più chiesa ma moschea:

ciò che mai nessun credea…!


Cari amici e lettori miei,
l’argomento ‘moschee’ era andato in soffitta a dire il vero, nel senso che non se ne sentiva parlare, se non per brevi cenni, da un po' di tempo in qua, ma ora pare tornato all’ordine del giorno e, statene certi, presto ci verrà ammannito con ogni tipo di salsa: mi riferisco, e l’avrete già intuito, al nuovo PGT, cioè al Piano di Governo del Territorio presentato di recente dal Comune di Bergamo attraverso il quale, appunto, in Città sono state individuate quattro aree che permetteranno agli ‘interessati’ di realizzare addirittura quattro moschee.
Anzi no. Non si tratta di moschee… bensì di ‘edifici di culto’: vero, perché con tale eufemistica distinzione, con tale capziosa differenza la giunta Gori ha già rintuzzato le prime proteste e gli strepiti che le sono piovuti addosso.
Stiano tranquilli dunque, dicono a Palazzo Frizzoni, i cittadini dei quartieri Celadina, San Tomaso, Campagnola, Valtesse e dintorni (comunque periferia, ché il centro… il cuore della città ha da essere salvaguardato per i suoi privilegiati residenti…); stiano tranquilli perché ciò che è precisamente previsto nel PGT non è detto che saranno islamiche moschee: potrebbero essere, invece, ‘luoghi di culto’ dei quali valdesi, ortodossi, avventisti, luterani, buddisti, induisti, shintoisti, evangelici, sikh, ebrei, animisti e quant’altro potrebbero benissimo avvalersene… soprattutto se sorretti da adeguati e rilevanti e ingenti mezzi finanziari!
Già: e qui casca l’asino; siccome è il denaro che permette tutto… che muove tutto e che decide tutto… e siccome è l’Islam che più di chiunque altro al mondo ne dispone, ebbene sarà interessante e sorprendente sapere che, a PGT approvato, a richieste presentate e discusse e accolte saranno ‘religioni’ che non siano l’Islam ad erigere i loro ‘luoghi di culto’.
Ma quando mai! Non prendiamoci in giro.
Soprattutto non sia il Comune di Bergamo a prendere in giro i cittadini bergamaschi suoi amministrati.
Perché, e la previsione è tanto scontata quanto ovvia, saranno moschee quelle che ‘arricchiranno’ la Bergamo di domani: ci vorrà del tempo, certo, ma il tessuto urbanistico della città dei prossimi anni ’30 si caratterizzerà (?!) per la presenza di moschee. Addirittura dotate di minareti, forse.
Con quel che ne segue… con gli immancabili ‘muezzin’ pure, che dall’alto degli eventuali minareti delizieranno i bergamaschi e con voce alta e modulata lanciata ai quattro punti cardinali richiameranno i fedeli alle cinque preghiere stabilite dal Corano in cinque ore diverse del giorno.
Dice, a questo punto… e già lo sento: ma quando mai… fantasie… e poi si tratta di stare al passo con i tempi… noi cattolici siamo per il dialogo… siamo ‘open’, noi!
Già, è vero: inoltre il nostro ‘Number One’ ci ha da tempo ricordato, anzi ci ha ammoniti sul fatto che il ‘proselitismo è una sciocchezza’, quindi… ‘no problem’: “venghino signori, venghino… avanti c’è posto”!
Mah… che tristezza… che arrendevolezza!
Sta di fatto comunque che in assenza di ribaltamenti oggi impensabili e di imprevedibili svolte a U e in presenza invece di un fallito recupero, di un non ritorno, di una mancata ripresa del buon senso andato, della saggezza e del radicamento alle tradizioni secolari da parte dei Bergamaschi, città e provincia, ebbene sta di fatto che le orobiche moschee si faranno e si vedranno: soprattutto, forse, molti le frequenteranno.
Anche perché il ‘terreno’ sul quale dovranno sorgere è stato già da tempo ‘preparato e innaffiato e concimato’ a dovere dai salotti che contano, a Bergamo; dai gruppi di potere e dalle egemonie finanziarie e industriali; dalle conventicole dell’informazione e dai sinedrii della cosiddetta Bergamo-bene che già da tempo sono ‘aperti’ all’islamizzazione del territorio bergamasco e lombardo in genere.
Anche perché quando per anni e anni ‘si bombarda’, ‘si martella’, ‘si irretisce’ l’opinione pubblica bergamasca con tutti i mezzi del cosiddetto mainstream: quando giornali, tivù, social di ogni tipo, reportage e interviste e paginate stile ‘Bergamondo’ ti asfissiano, ti soffocano, ti frastornano con titoloni cubitali della serie: Nuove moschee? Il diritto di culto non si può negare; quando ti vogliono convincere, insomma, della ineluttabilità della cosa, e quindi vai con il viaggio tra i musulmani da Zingonia a Curno; con la moschea di Vertova che parla italiano e i sermoni del venerdì che vengono tradotti; con i mille fedeli che può ospitare la via Cenisio; quando ‘si scolpisce’ che la moschea a Bergamo significherebbe far prevalere il ‘principio di realtà’ (?!); quando ‘ti informano’ su tutto questo… ma quanto è bravo e bello e buono questo Islam… che organizza corsi di arabo anche per i bergamaschi; che fa arrivare l’iman fisso dallo Yemen; che l’imprenditore (?!) Mohamed supera il sciur Brambilla; e vai con dettagli, piacevolezze, curiosità islamiche di ogni tipo, quasi un ‘gossip’ raccontato con una sorta di compiacimento, ebbene, di fronte a tutto questo si spiega perché l’Islam gode di così buona fama, rispettosa considerazione e fiducioso accoglimento.
Di conseguenza, braccia e porte aperte: evviva i nostri fratelli dell’Islam!
E poi, diamine, come non sostenere oggi che non tutti i musulmani sono fondamentalisti e che non tutti gli estremisti sono islamici: ergo…
Anche perché, soprattutto, come fai a dissentire e a non essere d’accordo o addirittura a contraddire lo stesso Osservatore Romano (a questo punto ci si alzi in piedi e ci si metta sull’attenti!), che, a conclusione di una assemblea plenaria della Conferenza episcopale tedesca, tempo fa, così titolava perentoriamente: Costruire moschee: diritto che prescinde dalla reciprocità!
Già, perché l’Occidente e l’Europa, quindi noi, è inutile che pretenda una condizione di reciprocità, nel senso cioè di controbilanciare l’edificazione di moschee con la costruzione di chiese cristiane nei paesi islamici: no, non si può, non si fa, non si deve, non sta bene!
E si spiega, anzi si giustifica questa masochistica e rinunciataria presa di posizione (loro, da noi, tutto – noi, da loro, niente), questa sorta di auto-castrazione sostenendo che il riconoscimento attivo dell’altro è parte essenziale di quel consenso su cui si fondano le relazioni amichevoli tra cristiani e musulmani.
E quindi avanti con le solite trite e ritrite banalità… che è più importante la ricerca di ciò che abbiamo in comune piuttosto che evidenziare le moltissime ‘cose’ che ci differenziano (sai che novità…).
E quindi avanti con tanto pie quanto beote convinzioni che “Quanto più religiose sono le persone, senza tener conto di QUALE religione, tanto più ‘tolleranti’ si dimostrano nei confronto del nostro credo…(Cristiano-cattolico)”.
Bello, bellissimo, commovente; vengono le lacrime agli occhi e, per assonanza, torna in mente il tanto famoso quanto fantozziano riconoscimento del “ma com’è umano lei…”
E il fatto che nel Corano ci siano versetti nei quali viene sollecitata e autorizzata la violenza contro gli infedeli (che siamo noi), è cosa da nulla o di poco conto: sono quisquilie, bagattelle e minuzie.
Ed è la somma di tutte queste ‘cose’, queste considerazioni, riflessioni e anche timori per l’avvenire che porta noi, comuni persone, a chiederci e a chiedere il perché i vertici della nostra Chiesa, la massima Gerarchia, abbia da tempo rinunciato, quando non abiurato, ad ogni proprio primato, ad ogni proprio diritto, ad ogni propria superiorità: tutte cose, queste, ovviamente di origine Divina e quindi che prescindono dalla caducità di qualsivoglia temporanea Gerarchia, che, soprattutto, oggi sfugge ad ogni proprio Dovere!
Tradidi quod et accepi, invece: questo il solco, questo l’imperativo, questa l’eredità e il dovere cui la Chiesa di Cristo ha sempre ottemperato per la salvezza delle nostre anime.
Che altro poi non è che quello che ha sempre fatto, determinando e applicando e predicando il concetto fondamentale della dualità del Potere della Chiesa con quello dello Stato: di ciò che è di Dio da ciò che è di Cesare.
Ma nell’Islam le cose non stanno affatto così; dire Islam vuol dire Religione, vuol dire Società, vuol dire Stato, ma però non vuol dire Persona: nella lingua araba non esiste il corrispettivo della parola Persona: c’è il corpo, l’anima, la mente e lo spirito ma non esiste il concetto di persona.
E questo dovrebbe pur significare qualcosa…
E soffermiamoci un poco a considerare, a riflettere e a confrontare.
Il Corano informa tutto, stabilisce tutto, giudica tutto: il Corano non è mutabile e non deve mai essere adattato ai tempi; la sua essenza consiste nella congiunzione assoluta tra dottrina religiosa e diritto, tanto che nell’islamismo è impossibile distinguere la cultura della fede da quella giuridica.
Il credente musulmano deve abbandonarsi totalmente ad Allah. Tutto è mosso da lui e il fedele deve aderire ciecamente alla sua volontà: da qui il dovere di dedicarsi all’espansione dell’Islam e la radicale opposizione contro gli altri monoteismi.
Gli scontri armati avvenuti nella penisola arabica al tempo della predicazione di Maometto (VII secolo d.C.) fornirono il materiale originario di una “ideologia” religiosa strettamente legata all’espansionismo politico e militare.
Il monoteismo islamico è un monoteismo radicale. Allah premia il fedele e distrugge l’infedele: tutto dipende dalla sua volontà onnisciente.
Il Corano tende ad annullare Antico e Nuovo Testamento.
Non è mai apparsa, ne mai apparirà nel mondo, una religione così intensamente disposta ad assorbire e/o a distruggere tutte le altre.
Con buona pace dei nostri ‘dialoganti’. Alla faccia dei nostri ‘aperturisti’. Con tanti auguri ai nostri ‘ecumenisti’.

Intanto, proprio perché non sappiamo né leggere né scrivere facciamoci un bel Segno di Croce ed affidiamoci a Dio, l’Unico, quello Vero!


1 commento:

Anonimo ha detto...

Sicuramente improponibile una reciprocita' di visione negli stati islamici.La Chiesa con questa scelta aperturistica verso tutte le altre religioni dovrebbe fare dei distinguo :non puo' essere trattato in egual modo, ad esempio buddismo e islamismo. Giusto rispettare chi ti rispetta ma e' da temere chi ha il solo scopo di egemonizzarti. L'islam non accetta il dialogo e andrebbe trattato di conseguenza . Il rischio a cui andiamo incontro e' purtroppo enorme....