18 aprile, 2020

Fatti e misfatti...da coronavirus



'Giuseppi' Conte 

Cari amici e cari lettori miei,
spero e vi penso tutti in buona salute, voi e i vostri cari, e che malgrado “la reclusione, la detenzione, la carcerazione” che il patrio governo (?!) di ‘Giuseppi’ Conte, il foggiano avvocato di Volturara Appula, momentaneamente premier, ci ha imposto e ci impone, malgrado la “galera” che stiamo subendo, dicevo, abbiate passato serene giornate pasquali.
E adesso avanti, stringiamo i denti e puntiamo al prossimo ‘mitico’ 4 maggio (inizio della ‘Fase 2’…??) che dovrebbe segnare, dovrebbe, la data della ‘liberazione’ (questa sì vera e autentica liberazione…) dalle libertà negate causa il Coronavirus, o Covid-19 o come diavolo si chiama.
Nel frattempo auguriamoci che la situazione economico-finanziaria-industriale italiana, quindi la nostra condizione sociale, non tracolli ulteriormente… poiché altrimenti vedremo ‘i sorci verdi’, come si usa dire: se non riusciremo a raddrizzare la barca e a riprendere la navigazione delle attività produttive ne vedremo delle belle, anzi delle brutte, con la recessione, la stagnazione e la ‘retrocessione’ generale che già alcune cassandre vanno profilando.
Coraggio quindi, cari italiani, e contiamo su noi stessi soprattutto… confidando che la forzata ed obbligata (anche se per alcuni aspetti esagerata) inattività non ci veda, presto, in ginocchio e dunque preda di potentati, di sinedrii e di egemonie finanziarie globaliste.
Perciò stiamo all’erta, svegli ed accorti, stiamo sul chi va là, perché il bombardamento mediatico, l’opera di disinformazione ed il lavaggio del cervello cui siamo sottoposti ogni giorno, ogni ora, ogni momento dai detentori del Potere, tramite TV, stampa e social loro asserviti, punta allo scopo di renderci malleabili, rassegnati e demotivati; pronti a ‘bere’ ogni fandonia, ogni falsità, anche la più spudorata che lorsignori, il Potere appunto, intende farci ingoiare, tra l’altro annegandoci in un mare di melassa, patetico e ipocrita oltre ogni dire: con servilismo a palate, con piaggeria in quantità industriale, con riferimenti e riporti che a volte definire svenevoli e strappalacrime è veramente dir poco.
Perché ci vuole proprio un bel pelo, entrando in argomento, per far sapere ai bergamaschi, riprendendo un’intervista rilasciata a “Fanghiglia Cristiana”, che la ‘first lady’ di Bergamo, stucchevolmente, confessa che “… ricorderò gli occhi di mio marito quando torna a casa la sera, segnati dalla fatica e dalla sofferenza che ha visto …”: quello stesso marito che, primo cittadino di Bergamo, a proposito di virus e di contagi, pochi giorni prima aveva affermato che “tenere lontano i cinesi è da razzisti; che non ci sono ragioni per cui Bergamo diventi zona rossa; che Bergamo non si ferma; che abbiamo bisogno degli extracomunitari per la raccolta di frutta e verdura…” e altre amenità del genere, accompagnando il tutto con astiose polemiche a prescindere rivolte ai vertici della Regione lombarda che, guarda caso, non gli sono simpatici…non essendo…‘democratici’.
Così come niente affatto simpatico, ohibò, anzi da condannare, vituperare e segnare a dito, per tutta la democratica sinistra-sinistroide italiana, è quel Viktor Orban che, autorizzato dal parlamento ungherese si è assunto poteri eccezionali per il contenimento del Coronavirus: ma… di grazia, qualcuno può avvertire i nostri ‘democratici’ che in Italia il ‘Giuseppi’ Conte ha fatto e sta facendo di peggio; che, a forza di DPCM (Decreti Presidente Consiglio Ministri) e altri decretini di qua e decretini di là ha, in sostanza, esautorato il parlamento e violato la Costituzione come mai nessuno prima?!
Vittorio Colao
Certo che siamo messi bene, noi, qui in Italia, specie da ora che il ‘Giuseppi’ si è accorto che non sapendo cavare il ragno dal buco ha deciso di servirsi dei consigli di una Commissione speciale, da aggiungersi ad altre, affinché gli faccia da consulente per la “gestione della ripresa delle attività dopo il Coronavirus”: con a capo il supermanager Colao però, questa Commissione di 16 cervelloni (tra i quali nessun imprenditore!), non è altro che un ‘cartello’ di consulenti le cui peculiarità sono di non conoscere affatto il mondo vero, tangibile, reale, quello artigianale, industriale e produttivo. Quello ‘del fare’ insomma. Vedremo.
Ciliegina sulla torta, tuttavia, è da ritenersi la notizia, in tema, che pure papa Francesco (ma non dovrebbe occuparsi di ben altre cose?) ha recentemente istituito una “task-force”, per il dopo epidemia, che mediante “l’analisi e la riflessione sulle sfide socioeconomiche e culturali del futuro proporrà linee guida per affrontarle”(?!). Mamma mia! Ci mancava solo una “task-force” vaticana!
Procediamo, però, perché le ‘cose’ assurde, schizofreniche, paradossali, ‘cose da matti’ si potrebbe dire, o ‘dell’altro mondo’, che ogni giorno accadono in questa Italia impaurita e smarrita e tramortita, sono così tante che se ne perde il conto: un solo esempio valga per tutte…e parliamo di “autocertificazione”.
Lo sapevate, cari lettori e amici miei, che in quel di Parma capitava, alcune settimane fa, che il cittadino indigente, povero e bisognoso e avente diritto a soccorso e sostentamento Comunale… per ottenerlo doveva firmare una dichiarazione in cui certificava di essere ‘antifascista, antirazzista, antinazista’ e chi più ne ha più ne metta…! Ma ci rendiamo conto?!: sì, ci si è resi conto, poi, che la ‘cosa’ era semplicemente pazzesca (oltre che idiota), ma per un certo tempo è rimasta in vigore!
Ma torniamo a casa ora, anzi torniamo a Bergamo, per soffermarci brevemente (l’argomento meriterebbe ben altro spazio), sulla clamorosa notizia della telefonata arrivata alle 18,40 del 14 aprile scorso al direttore dell’Eco di Bergamo, direttamente da papa Francesco, che, ad un sorpreso e sulle prime incredulo Ceresoli voleva esprimere i propri ringraziamenti “per il ricordo che fate tutti i giorni dei defunti e per il vostro prezioso lavoro che è un’opera di carità molto grande…”. Ora, se il papa si riferiva alle piccole cronache, agli articoletti che, pubblicati man mano, ogni giorno, ricordano le figure delle tante persone drammaticamente ‘scomparse’ causa pandemia, va bene, ma se invece Francesco, come tutti pensano, si riferiva alle numerosissime pagine di necrologia (hanno anche fatto il giro del mondo), che, purtroppo, da alcune settimane registrano i defunti della città così come quelli della provincia, ebbene… ehm… scusate…a proposito “della grande opera di carità” cui si riferiva il papa, qualcuno si è peritato di precisarGli che queste intere pagine fruttano al giornale, quotidianamente, un incasso assai rilevante?!
Questo argomento, tra l’altro, circa un mese fa era stato pubblicamente ‘sollevato’ da un noto giornalista bergamasco, che, con una lettera aperta diretta a mons. Beschi nella sua qualità di editore dell’Eco di Bergamo così chiedeva: “Caro vescovo di Bergamo, ponga fine al business dei necrologi da virus…”: che se ne sappia, tuttavia, non ha avuto risposta alcuna!
Ora vi saluto cari amici e lettori miei, e prendo commiato invitandovi a condividere la sottolineatura e il particolare pregio che intendo assegnare ad un fatto, tristissimo e dolcissimo al tempo stesso, che è capitato in queste settimane di pandemia: avrete notato tutti, credo, l’alto numero di coniugi, di sposi, che ‘se ne sono andati’ quasi contemporaneamente. Uomini e donne, marito e moglie, papà e mamme, nonni e bisnonni, ottantenni, novantenni e anche più che, non reggendo alla scomparsa ora dell’uno, ora dell’altra, a distanza di brevissimo tempo, simbolicamente mano nella mano, si sono vicendevolmente ‘raggiunti e riuniti’.
Luminoso ed alto esempio di amore!