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| 'Giuseppi' Conte |
Cari amici e cari lettori miei,
spero e vi penso tutti in buona salute, voi e i vostri
cari, e che malgrado “la reclusione, la detenzione, la carcerazione” che il
patrio governo (?!) di ‘Giuseppi’ Conte, il foggiano avvocato di Volturara
Appula, momentaneamente premier, ci ha imposto e ci impone, malgrado la
“galera” che stiamo subendo, dicevo, abbiate passato serene giornate pasquali.
E adesso avanti, stringiamo i denti e puntiamo al prossimo ‘mitico’
4 maggio (inizio della ‘Fase 2’…??) che dovrebbe segnare, dovrebbe, la data
della ‘liberazione’ (questa sì vera e autentica liberazione…) dalle libertà
negate causa il Coronavirus, o Covid-19 o come diavolo si chiama.
Nel frattempo auguriamoci che la situazione
economico-finanziaria-industriale italiana, quindi la nostra condizione sociale,
non tracolli ulteriormente… poiché altrimenti vedremo ‘i sorci verdi’, come si
usa dire: se non riusciremo a raddrizzare la barca e a riprendere la
navigazione delle attività produttive ne vedremo delle belle, anzi delle
brutte, con la recessione, la stagnazione e la ‘retrocessione’ generale che già
alcune cassandre vanno profilando.
Coraggio quindi, cari italiani, e contiamo su noi stessi
soprattutto… confidando che la forzata ed obbligata (anche se per alcuni aspetti
esagerata) inattività non ci veda, presto, in ginocchio e dunque preda di potentati,
di sinedrii e di egemonie finanziarie globaliste.
Perciò stiamo all’erta, svegli ed accorti, stiamo sul chi
va là, perché il bombardamento mediatico, l’opera di disinformazione ed il
lavaggio del cervello cui siamo sottoposti ogni giorno, ogni ora, ogni momento
dai detentori del Potere, tramite TV, stampa e social loro asserviti, punta
allo scopo di renderci malleabili, rassegnati e demotivati; pronti a ‘bere’
ogni fandonia, ogni falsità, anche la più spudorata che lorsignori, il Potere
appunto, intende farci ingoiare, tra l’altro annegandoci in un mare di melassa,
patetico e ipocrita oltre ogni dire: con servilismo a palate, con piaggeria in
quantità industriale, con riferimenti e riporti che a volte definire svenevoli
e strappalacrime è veramente dir poco.
Perché ci vuole proprio un bel pelo, entrando in argomento,
per far sapere ai bergamaschi, riprendendo un’intervista rilasciata a
“Fanghiglia Cristiana”, che la ‘first lady’ di Bergamo, stucchevolmente,
confessa che “… ricorderò gli occhi di
mio marito quando torna a casa la sera, segnati dalla fatica e dalla sofferenza
che ha visto …”: quello stesso marito che, primo cittadino di Bergamo, a
proposito di virus e di contagi, pochi giorni prima aveva affermato che “tenere lontano i cinesi è da razzisti; che
non ci sono ragioni per cui Bergamo diventi zona rossa; che Bergamo non si
ferma; che abbiamo bisogno degli extracomunitari per la raccolta di frutta e
verdura…” e altre amenità del genere, accompagnando il tutto con astiose
polemiche a prescindere rivolte ai vertici della Regione lombarda che, guarda
caso, non gli sono simpatici…non essendo…‘democratici’.
Così come niente affatto simpatico, ohibò, anzi da
condannare, vituperare e segnare a dito, per tutta la democratica sinistra-sinistroide
italiana, è quel Viktor Orban che, autorizzato dal parlamento ungherese si è
assunto poteri eccezionali per il contenimento del Coronavirus: ma… di grazia, qualcuno
può avvertire i nostri ‘democratici’ che in Italia il ‘Giuseppi’ Conte ha fatto
e sta facendo di peggio; che, a forza di DPCM (Decreti Presidente Consiglio
Ministri) e altri decretini di qua e decretini di là ha, in sostanza,
esautorato il parlamento e violato la Costituzione come mai nessuno prima?!
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| Vittorio Colao |
Certo che siamo messi bene, noi, qui in Italia, specie da
ora che il ‘Giuseppi’ si è accorto che non sapendo cavare il ragno dal buco ha
deciso di servirsi dei consigli di una Commissione speciale, da aggiungersi ad
altre, affinché gli faccia da consulente per la “gestione della ripresa delle
attività dopo il Coronavirus”: con a capo il supermanager Colao però, questa
Commissione di 16 cervelloni (tra i quali nessun imprenditore!), non è altro
che un ‘cartello’ di consulenti le cui peculiarità sono di non conoscere
affatto il mondo vero, tangibile, reale, quello artigianale, industriale e
produttivo. Quello ‘del fare’ insomma. Vedremo.
Ciliegina sulla torta, tuttavia, è da ritenersi la notizia,
in tema, che pure papa Francesco (ma non dovrebbe occuparsi di ben altre cose?)
ha recentemente istituito una “task-force”, per il dopo epidemia, che mediante
“l’analisi e la riflessione sulle sfide socioeconomiche e culturali del futuro
proporrà linee guida per affrontarle”(?!). Mamma mia! Ci mancava solo una
“task-force” vaticana!
Procediamo, però, perché le ‘cose’ assurde, schizofreniche,
paradossali, ‘cose da matti’ si potrebbe dire, o ‘dell’altro mondo’, che ogni
giorno accadono in questa Italia impaurita e smarrita e tramortita, sono così
tante che se ne perde il conto: un solo esempio valga per tutte…e parliamo di
“autocertificazione”.
Lo sapevate, cari lettori e amici miei, che in quel di
Parma capitava, alcune settimane fa, che il cittadino indigente, povero e bisognoso
e avente diritto a soccorso e sostentamento Comunale… per ottenerlo doveva
firmare una dichiarazione in cui certificava di essere ‘antifascista,
antirazzista, antinazista’ e chi più ne ha più ne metta…! Ma ci rendiamo
conto?!: sì, ci si è resi conto, poi, che la ‘cosa’ era semplicemente pazzesca
(oltre che idiota), ma per un certo tempo è rimasta in vigore!
Ma torniamo a casa ora, anzi torniamo a Bergamo, per
soffermarci brevemente (l’argomento meriterebbe ben altro spazio), sulla
clamorosa notizia della telefonata arrivata alle 18,40 del 14 aprile scorso al
direttore dell’Eco di Bergamo, direttamente da papa Francesco, che, ad un sorpreso
e sulle prime incredulo Ceresoli voleva esprimere i propri ringraziamenti “per il ricordo che fate tutti i giorni dei
defunti e per il vostro prezioso lavoro che è un’opera di carità molto grande…”.
Ora, se il papa si riferiva alle piccole cronache, agli articoletti che,
pubblicati man mano, ogni giorno, ricordano le figure delle tante persone
drammaticamente ‘scomparse’ causa pandemia, va bene, ma se invece Francesco,
come tutti pensano, si riferiva alle numerosissime pagine di necrologia (hanno
anche fatto il giro del mondo), che, purtroppo, da alcune settimane registrano
i defunti della città così come quelli della provincia, ebbene… ehm… scusate…a
proposito “della grande opera di carità” cui si riferiva il papa, qualcuno si è
peritato di precisarGli che queste intere pagine fruttano al giornale,
quotidianamente, un incasso assai rilevante?!
Questo argomento, tra l’altro, circa un mese fa era stato
pubblicamente ‘sollevato’ da un noto giornalista bergamasco, che, con una
lettera aperta diretta a mons. Beschi nella sua qualità di editore dell’Eco di
Bergamo così chiedeva: “Caro vescovo di Bergamo, ponga fine al business dei
necrologi da virus…”: che se ne sappia, tuttavia, non ha avuto risposta alcuna!
Ora vi saluto cari amici e lettori miei, e prendo commiato
invitandovi a condividere la sottolineatura e il particolare pregio che intendo
assegnare ad un fatto, tristissimo e dolcissimo al tempo stesso, che è capitato
in queste settimane di pandemia: avrete notato tutti, credo, l’alto numero di
coniugi, di sposi, che ‘se ne sono andati’ quasi contemporaneamente. Uomini e
donne, marito e moglie, papà e mamme, nonni e bisnonni, ottantenni, novantenni
e anche più che, non reggendo alla scomparsa ora dell’uno, ora dell’altra, a
distanza di brevissimo tempo, simbolicamente mano nella mano, si sono
vicendevolmente ‘raggiunti e riuniti’.
Luminoso ed alto esempio di amore!

