Esiste in Italia, ma non in altre nazioni a lei consimili, il cosiddetto Ordine dei giornalisti (dal quale recentemente s’è dimesso, con mille validi motivi, Vittorio Feltri), Ordine al quale è iscritto, con grande profitto, il ‘famoso’ giornalista che risponde al nome di Marco Travaglio.
Costui è, di solito, ben preparato, documentato e agguerrito sulle vicende e accadimenti italiani, che tratta, sul suo giornale Il Fatto Quotidiano (ma pure imperversando da ogni schermo Tv), con un ‘taglio’ e una ‘visione’ del tutto personali e legittimi ma che prescindono, generalmente, dalla semplice verità e realtà dei fatti: è, infatti, Marco Travaglio, giornalista noto e arcinoto per la sua faziosità, il suo settarismo e la sua partigianeria.
La stampa locale bergamasca tuttavia, segnatamente l’Eco di Bergamo, non ha mai avuto nulla da ridire, da opinare, da confutare rispetto alle numerose e discutibili prese di posizione assunte dal Travaglio, anche perché gli oggetti e i bersagli dei suoi strali, dei suoi infuriati editoriali, delle sue aspre intemerate sono sempre state la Destra, Berlusconi, Salvini, i populisti, i sovranisti, oltre che i fascisti, i nazisti e i razzisti naturalmente: dunque, per l’Eco di Bergamo… bene, bravo, siamo con te Travaglio, le tue battaglie sono anche le nostre… vai avanti così, il nemico non passerà!
Questo sino a poco tempo fa però, sino a questi primi giorni di luglio quando, elmo in testa, spada in pugno e scudo al fianco un ‘redazionale’ del giornale bergamasco stigmatizzava e condannava il Travaglio bollandolo, addirittura, quale “indiscusso maestro nell’arte dell’insulto”: aveva osato, infatti, il suddetto, prendersela con il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, definito, con pesante oltraggio, Giorgio Covid!
Ora, è evidente che prendere le difese di Travaglio è l’ultima cosa che ci sentiremmo di fare, tuttavia l’ormai scoperta e sfacciata opera di ‘beatificazione’ che la stampa, i salotti buoni e l’establishment bergamaschi stanno portando avanti da tempo rispetto al sindaco Gori ha ormai raggiunto livelli tali che davvero non esistono paragoni: nemmeno ai tempi dorati della ‘democristianeria’ infatti (ultimi decenni del secolo scorso), si era mai vista tanta cortigianeria, tanti genuflessi e zerbini al servizio – a prescindere – dell’allora primo cittadino bergamasco.
Quello stesso Gori che, è bene ricordarlo agli scendiletto in servizio permanente effettivo oggi scandalizzati e offesi per l’epiteto Gori-Covid, poco tempo fa, in piena pandemia, non perdeva occasione per lanciare accuse, infondate e partigiane, oltre che pesanti, contro i vertici Regionali lombardi della Sanità imputando loro incapacità, inefficienza e immobilismo: non tenendo in nessun conto, l’efficientissimo, efficacissimo e taumaturgico Gori, le tremende, gravissime e ardue responsabilità che ogni giorno, appunto, la Regione Lombardia si trovava inopinatamente e drammaticamente ad affrontare; nessuna comprensione, nessuna vicinanza, nessuna solidarietà.
Niente: Lombardia kaput!
Così diceva, così sentenziava il Gori sindaco di Bergamo, il segretario nazionale ‘piddino’ in pectore: quello stesso Gori che, è evidente, sulla sua pelle ancora reca tracce evidenti di quella bruciatura (trombatura) procuratagli dalle ultime elezioni regionali, lui sfidante in campo, il cui esito… no, non lo vide sconfitto… semplicemente perché lo vide asfaltato!
Travaglio figlio di ‘buonadonna’ dunque?: certamente. Ma da che pulpito vien la predica…
Ormai non è più nemmeno una notizia: la si sente, un’alzata di spalle e via… altre cose ci occupano e ci preoccupano, sicché il fatto che ancora una volta e ancora di più la denatalità italiana è arrivata a livelli in prospettiva drammatici pare non interessare nessuno, ma proprio nessuno, in specie i cosiddetti ‘addetti ai lavori’ e tantomeno la Chiesa di oggi.
Anzi, nei fatti addirittura ci si spinge ad impedire che la “strage degli innocenti” trovi alcuno che si batta per la sua diminuzione, per il suo contenimento, sì che l’inverno demografico italiano lasci presto il passo (a Dio piacendo) ad una nuova primavera della vita.
Guarda caso questo avviene anche nella civilissima, democratica e antifascista Bergamo, dove l’Amministrazione comunale, con Questura, Prefettura (e Diocesi in silenzio), hanno trovato il modo di ostacolare la meritoria iniziativa della Associazione Ora et labora in difesa della vita nascente, attivando contro la medesima ogni mezzuccio ed espediente validi, quanto meno, a renderle difficile la vita: ad intralciare, osteggiare, boicottare la loro attività (svolta con ogni tipo di autorizzazione preventiva nei pressi degli Ospedali nei quali si praticano gli aborti volontari), con preghiere, volantinaggi, atti di presenza ed esortazioni.
E la Chiesa che fa? Lasciamo stare quella di Bergamo, oggi in tutt’altre faccende affaccendata… occupata com’è a salvaguardare la sua immagine di “madre dei migranti, degli immigrati e dei clandestini”… con tutto ciò che ne è conseguito e conseguirà, e rifacciamoci invece ad uno dei suoi massimi esponenti, tale monsignor Nunzio Galantino, alto prelato che, tempo fa, intervistato sull’aborto se ne uscì con una battuta tra le più vergognose, immorali e ignobili che mai sia stato dato di ascoltare: io non mi identifico con i visi inespressivi di quanti recitano il Rosario davanti alle cliniche abortiste (sic)!
Obbrobrioso, offensivo e schifoso… non tanto e non solo in quanto riferito ai “visi inespressivi”, bensì per il riferimento alla B. V. Maria titolare del santo Rosario e al sacro valore della vita!
Ultima notizia.
Nuova Zelanda, aborto consentito sino al nono mese!
Beh, fermiamoci qui per il momento, poiché pagine e pagine intere non sarebbero sufficienti per considerare, per riflettere e per piangere sull’ormai inarrestabile spappolamento del cervello, del cuore e dell’anima del genere umano.
Aborto? Ma quale aborto? Quello della Nuova Zelanda non è altro che legalizzazione dell’infanticidio!
Al quale seguiranno, ovunque nel mondo, la soppressione sistematica dei vecchi e dei malati terminali tramite eutanasia, e mille altre nefandezze, turpitudini e scelleratezze già allo studio, già in progetto e in itinere: il tutto, ovviamente, in virtù della difesa dei diritti civili!
E’ proprio vero: Iddio confonde coloro che vuol perdere!
Una storiella ora, lettori miei, una facezia…per alleggerirci un poco.
Vi riporto, di seguito, un dialogo avveniristico, surreale e virtuale (forse non tanto), che ho ‘avuto modo di sentire’ tra due italiani a proposito della Nuova Toponomastica che caratterizzerà le Città italiane di domani: “Buongiorno! Mi scusi! Potrebbe indicarmi la strada per arrivare in via Cucchi?” “Se intende via Stefano Cucchi prenda per via Carlo Giuliani sino a piazza Barbara Balzerani, da lì inizia corso Mario Moretti, prenda la prima a sinistra in vicolo del Brigatista Rosso Redento e alla fine di questo sarà arrivato. Se invece intende viale Ilaria Cucchi, continuando per questa via svolti poi a sinistra per via Lotta Continua; arriverà poi a piazzale Santo Adriano Sofri e, svoltando ancora a sinistra prenda via Martiri delle Forze dell’ordine, quindi prosegua per via Liberiamo l’Italia a colpi d’estintore e, in fondo sarà arrivato”. “Grazie mille! Sa, non sono pratico di Milano”. “Milano? Guardi che la città ha cambiato nome, ora si chiama Berlinguer City!”
Alla prossima, cari amici e lettori miei. Buone vacanze!

