15 novembre, 2021

“vituperato Ventennio”?!

ma mi faccia il piacere …!

Cari amici e lettori miei,
come state? Spero tutti bene, voi, le vostre famiglie e i vostri cari.
Volutamente questa volta non entro in tema di ‘pandemia’, di Covid, di terze e quarte ondate… perché non voglio mettere sale sulle ferite e non è il caso di accentuare ed esacerbare situazioni, personali ma soprattutto collettive che già di per sé sono incredibili e assurde.
Diciamo quindi che tutto va bene, madama la Marchesa, e certamente vi commuoverete e vi verranno pure le lacrime agli occhi quando, urbi et orbi, venite a sapere che in questo splendido Paese che la sorte ci ha dato di abitare, non più Italia bensì Draghistan, il governo si appresta a prendere e varare misure “atte a far sì che noi si possa , tutti, passare una sereno prossimo Natale!”
Ma che vogliamo di più! E’ proprio il caso di dire che siamo in un ‘ventre di vacca’… visto anche che, ve ne sarete accorti, il Fascismo oggi non fa più paura, non è più incombente e minaccioso alle porte: è stato respinto e affondato!
Sino alle prossime elezioni (se ancora ce ne saranno), statene certi, non sentirete più esorcizzarlo, scongiurarlo e demonizzarlo… per lo meno nei modi e nelle forme schizofreniche e criminaloidi così come usa fare il cosiddetto mondo antifascista del politicamente corretto, dei benpensanti e delle anime belle a prescindere.
Approfittando di questo momento di bonaccia quindi, di questo momentaneo calo di tensione antifascista (anche perché ben altro bolle in pentola), e volendo tener fede all’impegno preso con voi nel mio “post” del mese scorso, ricorderete, ecco come ne scaturisce che ora richiamerò la vostra attenzione non tanto e non proprio su Benito Mussolini, il Duce, quanto su ciò che effettivamente si fece e si realizzò durante il “vituperato Ventennio”.
Scrive la “Civiltà Cattolica”, la rivista internazionale dei gesuiti diretta da A. Spadaro, S.J., proprio in questi giorni: Un secolo fa, nel novembre 1921, in occasione del III Congresso dei Fasci italiani di combattimento che si tenne a Roma nel Teatro dell’Augusteo, veniva ufficialmente fondato il Partito Nazionale Fascista: un evento che fu appena notato dalla stampa ufficiale ma che avrebbe avuto un ruolo centrale nella storia nazionale seguente. A un secolo esatto da questi fatti sorprende che molti italiani, perfino tra i cattolici, considerino il Fascismo come un “esperimento politico positivo” e spesso guardino con simpatia al suo fondatore Benito Mussolini.
Si meraviglia dunque, padre Spadaro, e con lui tutti gli antifascisti, quelli veri, quelli di convenienza e i voltagabbana in genere, che ancora molti italiani, anche cattolici (!), eccetera eccetera…
Ebbene una spiegazione c’è: e consiste nel fatto che molti Italiani liberi, indipendenti, imparziali e retti, quindi non mitridatizzati, non instupiditi e soprattutto non ammanicati alle centomila greppie e consorterie del potere antifascista; Italiani che non sognano un ritorno a ciò che non tornerà più sono, tuttavia, memori del tempo in cui l’Italietta liberaloide dei Giolitti e dei Salandra dei primi due decenni del Novecento venne trasformata, ritemprata e riformata a tal punto da essere ovunque indicata quale esempio: per farla breve… l’Italia del 1939 aveva una collocazione nel mondo che non aveva più nulla a che vedere con quella sfilacciata, disordinata e remissiva del 1919!
Tralasciamo però la prestigiosa collocazione internazionale dell’Italia dell’epoca, Anni Trenta del XX secolo, con i suoi record e i suoi primati, le supremazie che vantava in diversi campi dell’ingegno umano e soffermiamoci, invece, su ciò che il Fascismo ideò, realizzò e concretizzò in campo sociale, assistenziale e previdenziale: in quello che oggi, con straniera parola, si usa dire ‘Welfare’.
Così, ad esempio, ecco l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, Legge promulgata il 10.12.1925 con R.D. 2277 e regolamentata con R.D. 718 del 15.4.1926: ma proseguiamo, lettori miei, non senza avvertirvi che per ragioni di spazio d’ora innanzi non citerò più numeri, decreti e date di qualsivoglia legge fascista.
Solo lo schematico titolo.
Ecco quindi la legge a ‘Tutela del lavoro di donne e fanciulli’; ‘L’assistenza ospedaliera per i poveri’; ‘L’assicurazione di invalidità e vecchiaia’; la ‘Riduzione dell’orario di lavoro a otto ore giornaliere e quaranta settimanali’; l’istituzione dell’Opera Nazionale Dopolavoro’; l’emanazione della Carta del Lavoro; l’istituzione dell’INAIL; l’istituzione del Libretto di Lavoro; l’istituzione dell’INPS; l’istituzione degli ‘assegni famigliari’; l’istituzione dell’Assistenza sanitaria gratuita (poi INAM); l’Assistenza ai figli Illegittimi, abbandonati od esposti; le Esenzioni tributarie per le famiglie numerose; l’istituzione degli ECA (Enti Comunali di Assistenza); l’istituzione degli I.A.C.P. (Istituti Autonomi Case Popolari), e scusate se è poco...


Tutte leggi, queste, tutte previdenze, provvidenze e sicurezze sociali che l’Italietta liberaloide del 1910/1920 non solo non ‘varava’ ma nemmeno pensava e tantomeno progettava.
Tutte leggi, queste, la cui fondamentalità e modernità erano tali da indurre il regime repubblicano, democratico e antifascista del dopoguerra ad inserirle, in parte principale, nel proprio corpo legislativo per cui ancora oggi gli italiani ne beneficiano.
Tutte leggi, queste, che convinsero poi personaggi quali Claude Ferrère, accademico di Francia, ad affermare: “Il bene che Mussolini ha fatto all’Italia è, malgrado tutto, incommensurabile”; il Mahatma Ganhdi: “Il Duce è uno statista di primissimo ordine, completamente disinteressato”; Winston Churchill “Così finirono i ventuno anni della dittatura di Mussolini in Italia, durante i quali egli aveva salvato il popolo italiano dal bolscevismo per portarlo in una posizione in Europa quale l’Italia non aveva mai avuto prima”.
E fermiamoci qui con le citazioni dei ‘grandi’ dell’epoca, che sono numerose e tutte celebrative ed entusiaste nei confronti del Duce, e continuiamo il ‘racconto e il ricordo’ di ciò che furono le altre pietre miliari del Ventennio.
Solo per titoli, poiché anche le sole tre righe illustrative di ogni Opera Fascista porta via spazio.
Chi è al corrente, tanto per gradire, che i quattro grandi Parchi Nazionali Italiani (quello del Gran Paradiso, quello dell’Abruzzo, quello del Circeo e quello dello Stelvio) sono stati ‘creati’ nel 1922-1923-1934-1935?!
Certo, allora non c’erano i ‘verdi’, Greta e tantomeno i ‘gretini’, ma c’era vera sensibilità e attenzione nella cura e salvaguardia della natura e dell’ambiente.
E della Riforma della Scuola (Gentile, 1923), articolata e specifica, fortemente innovativa e moderna, a tal punto che pur con necessari aggiornamenti è arrivata sino al 21° secolo… che vogliamo dirne?
Disturba qualcuno se ricordiamo che l’Acquedotto Pugliese (il più grande al mondo), quello del Monferrato, del Perugino, del Nisseno e del Velletrano furono portati a termine dal Fascismo per sviluppare l’economia di quegli anni ancora fortemente agricola?
E’ possibile, senza che nessuno si offenda…, accennare e rievocare l’Opera Nazionale Balilla, poi trasformata in G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio), con le sue colonie marine e montane riservate ai ragazzi dai sei fino a ventuno anni?; è possibile citare lo Sviluppo delle centrali idroelettriche e la elettrificazione oltre che la estensione della rete ferroviaria?
E’ permesso un sia pure minimo accenno alla Istituzione della Reale Accademia d’Italia?; alle Bonifiche integrali dell’Agro Pontino e di altre regioni italiane che addirittura vedevano sorgere nuovi borghi e città?
Sempre che nessuno se ne adonti…, è consentito sfiorare l’argomento dello Sviluppo della Rete Stradale e Autostradale (con l’inaugurazione delle primissime autostrade Milano-Laghi, Milano-Bergamo, Roma-Ostia, Napoli-Pompei, ecc. ecc.): l’incremento ferroviario di circa duemila Km; l’ampliamento dei Porti di Livorno, Genova, Napoli, Marghera, Civitavecchia e Ravenna?
E, solo sussurrando, anzi con un bisbiglio, è concesso riferirsi ai Patti Lateranensi; alle Casse Rurali ed Artigiane; alla Legge Bottai (per la custodia e conservazione dell’immenso patrimonio artistico, archeologico, bibliografico e scientifico); alla Riforma dei Codici Civili e Penali; alla fondamentale Legge Urbanistica?
Con l’ultimo fiato rimasto…, può esserci accordato, bontà loro, anche l’ultimo riflesso della Colonizzazione del latifondo Siciliano, la lotta alla Mafia (Prefetto Mori), la creazione dell’I.R.I. e…
Basta così: credo che basti.
Mi taccio ora, amici e lettori miei, anche perché sento già arrivare i primi colpi di mortaio, di obice e pure cannonate di grosso calibro: si, lo so, ho capito.
Non ho accennato, neanche minimamente, a tutte le malefatte del Fascismo.
Avete ragione, ma, comprenderete, non era questo lo scopo del mio confidarmi con voi: tra l’altro non avete che l’imbarazzo della scelta tra la sterminata bibliografia antifascista (famosa per la sua imparzialità e rigore storico…) per documentarvi a iosa su questo “periodo buio” della nostra Storia.
La mia, oggi, non è altro e non vuole essere altro che una sorta di vox clamantis in deserto, che, rifacendosi a Cicerone e rifuggendo da rancori e partigianerie non tradisce la verità, non tace la verità!