03 settembre, 2022

Settembre, torniamo...


Cari amici e lettori miei,
come va? Spero siate in buona salute e che tutti voi, malgrado i tempi incerti che stiamo vivendo procediate per il meglio. Anche il sottoscritto, per quel che conta, non si può lamentare: recentemente sono diventato nonno (per la settima volta) e il mese prossimo sarò ancora bisnonno.
Altre personali vicende (unite alla torrida estate appena passata e alle ferie connesse) mi hanno indotto a fine maggio scorso a sospendere i nostri contatti, che, tuttavia, ora intendo riprendere e continuare.
Ma non so da dove ricominciare, come riprendere il bandolo della matassa… anche perché non voglio mettere sale sulle ferite, sulle angustie e sulle angosce di questi disastrati tempi: niente Covid quindi, né guerra russo-ucraina; niente crisi energetica e bollette stratosferiche; niente disforie, crisi di identità o teorie del ‘gender’; niente preti che dicono Messa su di un materassino in mare…
Tutte cose queste, e mille altre anche più assurde, pazzesche e idiote al tempo stesso che, così accadendo indicano chiaramente il grado di sfilacciamento e spappolamento, di smarrimento del cosiddetto ‘consorzio umano odierno’ al punto che invero quasi non mette conto di ritornarci sopra: invocando invece, ognuno di noi, dopo aver combattuto doverosamente e quotidianamente la propria buona battaglia l’intervento della divina Provvidenza.
Ecco come ne viene allora che, estraniandomi momentaneamente dalla attualità ritengo questo il tempo più adatto per “rendervi pubblica” una lettera, amici e lettori miei, che “ricevetti” non molto tempo fa: accade raramente di questi tempi, ‘bombardati’ come siamo da sms, e-mail, social et similia, eppure durante il 2017 mi giunse una lettera che data la sua particolarità, la sua provenienza ma soprattutto la singolarità del suo mittente mi porta ora a mettervene al corrente e quindi farvene parte.
La missiva giunse dal Cimitero Monumentale di Bergamo, più esattamente dal settore Campo Militare della Repubblica Sociale Italiana, diretta al sottoscritto e con preghiera di eventuale divulgazione.
Eccone il testo:
“A tutte le Autorità Civili, Religiose, Politiche e Militari della Città di Bergamo.
A tutti i Bergamaschi.
Egregi Signori,
sono uno dei tanti Caduti che, appunto, ha trovato “approdo” ed eterno riposo nel settore del Cimitero Civico a noi dedicato e riservato. Da lungo tempo ormai, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, due volte all’anno, primavera ed autunno in genere, i nostri famigliari, i nostri parenti e altresì i componenti e gli aderenti alla Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della R.S.I., che al nostro nome e al nostro sacrificio appunto si richiama, due volte all’anno si radunano dinanzi alle tombe che racchiudono i nostri resti mortali, per un ricordo, per un rimpianto, per una preghiera. Ma pure per assistere e partecipare alla S.Messa che, sempre, ripeto sempre, necessariamente viene richiesta e concessa e officiata da un sacerdote delegato e autorizzato.
Quest’anno invece, no. Quest’anno, esattamente il 6 maggio scorso, malgrado chi di dovere fosse stato anticipatamente e debitamente informato, all’ultimo momento si può dire è giunto il divieto, la proibizione a che fosse celebrata la “Messa al campo” in suffragio delle nostre anime.
In alternativa è stata proposta la celebrazione della Messa nella Chiesa cimiteriale, per gentile concessione… alle ore 8.15… senza “questo” e senza “quello”… come se i nostri parenti e discendenti fossero considerati dei reietti e degli emarginati.
Ci si chiederà a questo punto come io sappia quanto sopra. E’ semplice, perché noi Caduti, noi scomparsi, noi estinti, tutti, indistintamente, siamo quotidianamente “in contatto” con i nostri cari, i quali con la mente, con il cuore e l’anima ci raccontano tutto. Ma proprio tutto.
Niente Messa al campo dunque per noi, questa volta.
Però è stato bello ugualmente, se così si può dire quando ci si trova in un camposanto, davanti a delle sepolture. Perché abbiamo comunque ‘visto’ i presenti e ‘sentito’, ancora una volta, quella bellissima preghiera rivolta all’Altissimo e per noi composta che invoca, su di noi Caduti della R.S.I. (ma altresì su tutti i Caduti di tutte le guerre), riposo e pace eterna: che supplica affinché le desolate nostre madri, le nostre spose e i nostri figli abbiano a trovare sostegno e conforto nel trafitto Sacro Cuore; che impetra perché la benedizione di Cristo scenda sulle case alle quali noi più non tornammo e sulle nostre disperse ceneri; che implora grazie per la nostra diletta Italia alla quale fu donato il privilegio del genio e affidata la missione di fede, di cultura e civiltà.
Gentili Signori, vi ringrazio per la disponibilità con cui leggerete queste righe, e soprattutto, Autorità delegate, per quello che andrete a disporre affinché un diniego simile non abbia più a ripetersi.
Dalla nostra morte sono passati oltre settant’anni: ciò che fummo e la nostra storia, la nostra memoria e il nostro ‘lascito morale’ sono stati vilipesi, condannati e demonizzati oltre ogni misura.
Non ci sono precedenti simili, in Italia e tantomeno in altre nazioni del mondo.
Per questo io e miei fratelli Caduti, ove ancora impossibile una nostra ‘riabilitazione’ così come già avvenuto in altri contesti e in altre Patrie, vi chiediamo almeno di non impedire, di non frapporre ostacoli di sorta, di non lasciarvi strumentalizzare da ostracismi antistorici e da pressioni ispirate a settarismi, partigianerie e faziosità vòlte, come in questo caso, ad impedire addirittura la celebrazione di una Messa al campo! Con distinti saluti.
Firmato: un Caduto della R.S.I.
Ecco, amici miei, non penso ci sia da aggiungere molto alla suddetta lettera (chiaramente un’invenzione letteraria) o perlomeno che sia il caso di farlo… ché numerose e pure amareggiate e sconfortate sarebbero le considerazioni, riflessioni e conclusioni che premono sul cuore e scaturiscono dall’animo: me ne ritengo esentato quindi, sollevato a anche ‘liberato’.
Altri, in tempi e circostanze diverse lo faranno. Questo è poco ma sicuro.
Ci vorrà un’altra generazione forse, probabilmente più di una, ma, vivaddio, dovranno venire pure in Italia giorni che non vedranno più il bando, il pregiudizio, la proscrizione, l’ostracismo, la ‘damnatio memoriae’ e tutto quanto ne consegue indicati a modello, a regola di vita, a esempio da seguire e infine a fonte e sorgente legislativa…
Ancora una cosa prima di concludere, e la riferisco come alleggerimento dell’argomento e con voluta sebbene amara ironia: occorre sapere che durante la permanenza degli aderenti alla Associazione Nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi della R.S.I. sul Campo cimiteriale (più o meno un’ora tra accoglienza, Messa, preghiera finale e commiato), alcuni funzionari, rappresentanti dello Stato e anche del Comune di Bergamo, sebbene defilati e con discrezione ‘ci sorvegliano e vigilano affinché i presenti non si lascino andare a gesti o atteggiamenti contrari alle leggi democratiche e antifasciste’: ci sarebbe da ridere se la cosa non fosse seria, anzi grottesca.
Domanda. Non è che fuori dal nostro Campo, vale a dire in Bergamo città e nell’intera provincia la presenza di questi ’guardiani’ (così come le Forze dell’Ordine che stazionano, per l’occorrenza, all’esterno del Cimitero), sarebbe più necessaria, auspicata e perfino ‘benedetta’?: in altre parole, non è che in ben altri ambiti, accadimenti e situazioni essi avrebbero veramente incarnato la presenza, l’efficacia e l’esistenza stessa dello Stato e del Comune di Bergamo?!
Bergamo. Già. Una volta città e provincia “bianca”…e pure “anticamera del Vaticano”… una volta.
Oggi invece città “aperta”, al passo coi tempi e laica per eccellenza: modernissima quindi.
Una città che censura e copre i manifesti legalmente affissi dalle Associazioni anti-aborto e autorizza (quando non promuove) un Bergamo-Pride che manda in sollucchero i succinti e variopinti che cinguettano e dichiarano che si trovano più a loro agio a Bergamo che non ad Amsterdam oppure Seattle.
Una provincia Bergamasca che non lascia nessuno indietro… sicché per non far mancare nulla agli stalloni orobici autorizza e reclamizza una Bergamo-Sex veramente memorabile.
Ma che si vuole di più!
L’importante soprattutto è che il Fascismo, quello rientrante, pericoloso, incombente e minaccioso (incarnato anche dalla Associazione Famiglie Caduti e Dispersi della R.S.I. di cui sopra), venga sorvegliato, contenuto e impedito.
Su questo non ci piove. Anche perché ce lo chiede l’Europa!