Cari amici e lettori miei, cari italiani,
non vi sorprenderà piu di tanto, credo, mentre spero che altresì non me ne vorrete, se intendo indirizzarvi le righe che seguono in completa adesione e corrispondenza al nome e cognome del mio Blog, che, lo sapete, si fregia di quel “Fuori dal gregge… non abbiate paura di pensare in modo diverso dagli altri!”, appunto identitario e programmatico.
E veniamo al dunque.
Quando tra alcuni giorni mi leggerete, tutto sarà alle nostre spalle, e sicuramente il venerdi 28 ottobre 2022, 1° Centenario della fatidica Marcia su Roma già sarà finito nel dimenticatoio… specie di tutte le persone che hanno altro cui dedicarsi e cui prestarsi, e che, càpita pure, di tale centenario non hanno mai pensato né pensano tutto il male possibile, tantomeno addebitandogli la somma di tutti i guai passati, presenti e futuri.
Al contrario invece di quella accozzaglia, di quel groviglio, di quella massa informe e gelatinosa e di quelle truppe cammellate in servizio permanente effettivo così come quelle di complemento, tutte rigorosamente antifasciste; al contrario inoltre dei politicamente corretti oltre che benpensanti; dei democratici che più democratici non si può; al contrario infine degli eredi, epigoni e prosecutori di quel Comunismo (questa la loro vera veste), che… sì, beh, però, in fondo in fondo era un’idea giusta: 85 milioni di vittime, questo il ‘costo’ del Comunismo… cosa volete che siano… l’unica cosa che conta gli è che, per antonomasia, i comunisti erano e sono antifascisti… perciò: falce e martello uguale a bene, fascio littorio uguale a male. Anzi, male assoluto.
E allora vai di odio, settarismo e faziosità; vai di falsità, di travisamento, di angherie e partigianerie senza freni, senza limiti e senza remore.
Dice, qualcuno: sì, ma queste sono ‘cose’ del passato, del dopoguerra, degli ultimi anni ’40 del secolo scorso, quando gli animi erano esacerbati, dominanti i rancori e roventi le contrapposizioni.
No. Niente affatto, non è per niente così.
Il vero è che sono cose di oggi, ancora di oggi e soprattutto di oggi.
La realtà sta nell’antifascismo dei nostri tempi, appunto, settario, antistorico e spudoratamente mistificatore che, greppia per venduti, sfruttatori e magnaccia; cattedra per versipelle, rinnegati e voltagabbana; sinecura per masnadieri, parassiti e malfattori, oggi più di ieri imperversa e condiziona e ricatta il libero pensiero, la volontà personale e l’autonomia di giudizio degli italiani bennati e indipendenti.
Sicchè durante questi ultimi mesi, settimane e giorni antecedenti il primo centenario della Marcia su Roma, evento comunque storico a prescindere; evento che ha caratterizzato un’epoca e ha influito comunque sulla storia e sul destino di popoli e di nazioni; evento politico-rivoluzionario-sociale che, piaccia o non piaccia, ha lasciato e lascerà anche in futuro tracce di sé, ebbene, in questi tempi precedenti il centenario, dicevamo, tuoni, fulmini e saette, tempeste, tifoni e uragani tutti antifascisti si sono scatenati per ricordare, evidenziare e sottolineare alla gente, al popolo, al colto e all’inclita tutta la ‘negatività’ e le ‘nefandezze’ del Fascismo.
E nessuno si è risparmiato.
Tutti hanno dato il meglio di sè (si fa per dire), al punto che ogni mezzo di informazione (in realtà disinformazione, travisamento e occultamento) è servito, ancora una volta e ancora di più per erudire il pupo, lavare i cervelli e instupidire le coscienze.
Vedete, nei decenni seguiti alla II guerra mondiale, anni ‘60 ‘70 ‘80 del secolo scorso per intenderci, molti studiosi, ricercatori e storici hanno scritto, e scritto molto sul Fascismo e su Benito Mussolini: la maggior parte scrivendone negativamente come era ovvio, ma comunque non mai cedendo alla faziosità, alla livorosità e all’astiosità fine a sè stesse.
Il più noto tra di essi, Renzo De Felice appunto, ha scritto libri e libri inarrivabili per profondità, onestà intellettuale e indipendenza di giudizio su Mussolini il Rivoluzionario, Mussolini il Fascista, Mussolini il Duce: e pure Bocca, Pansa e Petacco, per citarne alcuni, dopo aver scritto in un primo tempo peste e corna del Fascismo e del suo Duce sono poi giunti, quasi ravveduti, a ben diverse considerazioni e valutazioni e riflessioni sui medesimi.
Rivoluzionario, Fascista, Duce: questi dunque i sostantivi o aggettivi che nei passati decenni (la classe non è acqua) si usavano per definire Benito Mussolini: oggi invece… ma che belli questi nostri tempi… oggi invece un omuncolo qualsisasi della cosiddetta cultura antifascista, tale Cazzullo (nomen, omen), dal cranio tanto calvo quanto desolatamente vuoto scrive un libercolo intitolandolo “Mussolini il capobanda”, e sottointitolandolo addirittura perchè dovremmo vergognarci del Fascismo. Nientemeno: un esempio perfetto di leccaculismo, ruffianeria e servilismo, beneficiario l’antifascismo, elevati alla ennesima potenza.
Ma non finisce qui, perché il genio di cui sopra, Cazzullo appunto (in arte Aldo), in coppia con altro talento della cultura antifascista, tale Salomone Ovadia (in arte Moni), ebreo bulgaro naturalizzato italiano, hanno recentemente allestito e presto porteranno nei teatri d’Italia un ‘lavoro’ di studio (con musiche dal vivo), basato sulla ‘criminalità’ di Mussolini e, conseguentemente, distinti e signorili e gentiluomini come sono gli antifascistissimi Cazzullo e Ovadia hanno pensato bene di presentare tale lavoro teatrale (quasi un trattato di criminalogia) con il titolo di “Mussolini il delinquente”.
Urca! Carini vero?!
Ma pure Scurati ci mette del suo: quel bell’Antonio che, baffo rosseggiante e autore di ben tre volumi diventati bestseller, una vera e propria saga romanzata della vita di Mussolini (è comunque scrivendo del Duce che si fanno tante belle palanche…), si premura di precisare che tali libri, editi da Bompiani nel 2018 il primo, nel 2020 il secondo e quest’anno il terzo (anni di Covid quindi), li ha vergati “con l’intento di impedire che gli italiani venissero contagiati dal virus fascista”.
Doppio urca!
Suvvia, cari lettori miei, ammettetelo: nel leggere quanto sopra vi siete commossi e forse pure una lacrima ha inumidito i vostri occhi… perché non si può rimanere freddi e indifferenti di fronte a cotanto antifascismo… così onesto, così equo, documentato, fondato e soprattutto così storicizzato: ancor più quando viene bollato, condannato e demonizzato dal primo cittadino della nostra Repubblica democratica e antifascista, quel Sergio Mattarella che non perde occasione per dire, anzi attestare che nulla di buono venne mai dal Fascismo…, che solo male ne venne all’Italia.
Triplo urca!
Strano però: possibile che al nostro riconfermato e beneamato (si fa per dire) Presidente non torni mai alla mente la tragica fine di suo fratello Piersanti Mattarella, abbattuto, assassinato da Cosa Nostra nel 1980 mentre era Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana?: ucciso, dunque, suo fratello, a 45 anni, dall’Italia “democratica e antifascista”, da quella Mafia che (guarda caso) solo durante il Fascismo era stata effettivamente e definitivamente sconfitta e debellata!
Basta dunque! Basta con questo accanimento, questo odio, questa furia, questo furore, questa rabbia contro quello che fu il Fascismo e quello che fece, il Fascismo.
Sì, è vero, e lo ricordo io prima che alcuno mi dia sulla voce e magari si senta in dovere di denunciarmi per apologia del Fascismo: tra le tante, tantissime cose belle e memorabili ‘fatte’ dal Regime Fascista ce ne furono anche di non belle, di criticabili e addirittura di negative quando non drammatiche o tragiche.
Le conoscete tutte, non ve le debbo ricordare… anche perchè quali “gutta cavat lapidem” ogni giorno, con ogni mezzo e soprattutto spudoratamente mentendo vi vengono ammannite, introdotte, inoculate.
Ma, però, santi numi! sarebbe pure ora che, appunto ai nostri giorni venisse intimato un altolà all’antifascismo becero, prevenuto e antistorico; che diventasse quindi un racconto serio, fondato e veritiero; che, ovviamente vietando con leggi opportune (che già ci sono) e contando sulla autentica e genuina interpretazione della Costituzione venisse da un lato impedita e stroncata qualsiasi velleità di impossibili ritorni (e su questo, come si suol dire, non ci piove), ma, vivaddio! dall’altro si ponesse fine una buona volta alla strage della verità, alla demonizzazione di qualsivoglia e di chicchessia; si ponesse fine alle mille iniquità, soprusi e vessazioni che il Regime di oggi, cosiddetto democratico, impone e intima a chi non pensa come dovrebbe pensare.
In altre parole… dovrà pur venire il giorno che uomini, mezzi uomini, ominicchi e quacquaracquà, al soldo di qualsivoglia potentato; che servi, spregevoli e venduti, a libro paga di ‘coloro che possono’; che ruffiani, prosseneti e servili, in lista d’attesa per avanzamenti di carriera e prebende vengano messi in condizione di non più nuocere, di non più negare il vero, di non più ‘dipingere’ il Ventennio in modo così difforme, falso e mistificatore.
Sicchè ai nostri discendenti, alle generazioni che verranno venga ‘raccontato’ che, in realtà, il Fascismo fu una vera, originale e italianissima Rivoluzione: che fu ammodernamento, evoluzione e tecnica che portò l’Italia a livelli e primati mai raggiunti in precedenza; che dal punto di vista ‘sociale’ l’Italia Fascista toccò vertici e risultati, nel campo che oggi si definisce ‘welfare’, tali da far invidia persino ai Paesi più avanzati dell’epoca.
Che in tanti altri campi, àmbiti e settori l’Italia Fascista praticamente non aveva rivali: architettura, bonifiche, acquedotti, agricoltura, scienze, sport, arti, cinematografia, primati aeronautici e nautici, dopolavoro, cultura e mille altre categorie la vedevano primeggiare.
Che Benito Mussolini fu il Capo di governo più ammirato e ‘studiato’ dai suoi omologhi in ogni parte del mondo.
Che sbagliò anche…l’ho gia detto… eccome se sbagliò!
Tuttavia… tuttavia la fine che i suoi oppositori, i suoi rivali, i suoi nemici gli destinarono, gli ‘inflissero’ a Piazzale Loreto, a lui e agli altri che ne condivisero la sorte, sicuramente non trova un precedente nella plurimillenaria storia d’Italia e di altri popoli civili: un fatto di bestialità, efferatezza e mostruosità che non ha confronti.
E del quale l’Italia, ahinoi, porterà ignomìnia per lungo, lungo tempo.


