01 febbraio, 2023

“L’uomo bianco” scomparirà?

Cari amici e lettori miei,
come va? Spero tutto bene… e che pure l’ormai piu che inoltrato 2023 si mantenga sui binari della positività e normalità, anzi lasciando intravvedere che cose buone e nuove, per alcuni di voi se non per tutti, presto capiteranno.
Del resto sperare non costa nulla e quindi rituffiamoci nel consueto.
Consueto che, però, di normale, solito e ordinario non ha proprio nulla.
Prendendo spunto infatti – e mi avvio – dagli ennesimi e recenti episodi di quello che è razzismo da stadio (i soliti versacci e gestacci con cui tifosi di parte avversa ‘sottolineano’ le imprese pedatorie dell’immancabile calciatore di colore) e ancor più rifacendomi, rimanendo in campo calcistico, allo ‘inginocchiamento’ della squadra inglese (Qatar 2022), che così facendo ha inteso omaggiare il Black Lives Matter (letteralmente, le vite nere contano), movimento che da un po' di tempo in qua aizza, monopolizza e organizza le più disparate, assurde e criminaloidi proteste, sollevazioni e ribellioni contro… contro l’uomo bianco, ragion per cui il tema ‘razzismo anti uomo-bianco’ dovrebbe diventare attuale, anzi lo è già diventato, ebbene, ecco come ne deriva che una latente, da noi ancora sopita e per il momento non deflagrata (tranne che negli Usa) nuova emergenza, tanto più grave in quanto ancora sottaciuta, presto busserà anche alle nostre porte.
Trattasi, fuor dai denti e fuor di metafora dell’incipiente, incombente e minaccioso razzismo contro l’uomo bianco.
E la cosa è tanto più incredibile e paradossale perché in un mondo quale quello odierno in cui le cosiddette minoranze vengono sempre ‘attenzionate e tutelate’, orbene, la più ‘grande’ di tali minoranze umane non sembra essere all’ordine del giorno e all’attenzione di nulla e di nessuno, anzi: e stiamo parlando, ovvio precisarlo, di quella ‘minoranza’ che è la nostra, cioè quella dell’uomo bianco.
Il bianco infatti sta scomparendo: recenti dati Onu attestano che fino ad un secolo fa il 21% della popolazione mondiale era tale mentre oggi, pur includendo gli slavi, è ridotta ad un misero 7%.
Non nascondiamoci il vero quindi, vale a dire che gli indoeuropei e i loro più prossimi vicini sono sulla via della estinzione: non hanno più figli e non ne vogliono avere… perché odiano se stessi soprattutto, sono stati ‘educati’ a farlo e dunque la procreazione esula dai propri interessi e progettualità.
Brutalmente ma efficacemente possiamo dire che della loro discendenza non gliene può fregare di meno.
Tanto… per “risolvere il problema della bassa natalità” oggi ricorriamo, soggiogati, intimoriti e inebetiti come siamo da lobby, potentati e consorterie di ogni genere che ispirano e muovono i fili dei loro burattini di governo, alla “importazione” di immigrati clandestini auspicando addirittura (Eugenio Scalfari a suo tempo dixit) l’avvento di un meticciato generalizzato: ed è vano e inane tentare di opporsi, contrastare e apertamente combattere questo piano criminale di sostituzione, di soppianto e di subentro etnico, poiché con paroline innocue e suadenti e all’apparenza dolci quali multiculturalismo, multireligiosità, multietnicità, accoglienza, solidarietà, aggregazione, fratellanza e denatalità (appunto) ecco che la fregatura è bell’e che servita.
Uno dei più noti critici di questo masochismo occidentale (poichè è di questo che stiamo parlando), lo scrittore francese Paul Bruckner lo evidenzia con un icastico quanto veritiero e rassegnato Niente è più occidentale dell’odio per l’Occidente!. Azzeccatissimo.
Certo è un odio salottiero, come si dice, da puzza sotto il naso, da ‘sinistra al caviale’, spocchiosa e affettata e acquartierata nelle ‘location’ da bosco verticale, lontana anzi lontanissima dalla vita comune della gente, che viene bollata quale “razzista” non appena osa sollevare critiche, dubbi e domande relativamente all’arrivo massiccio e indiscriminato di coloro che, di volta in volta, non più o non solo ‘clandestini’ diventano ora fuggitivi dalle guerre, perseguitati dai regimi e soprattutto fragili: oh come sono fragili… alla mercè di chiunque e bisognosi di tutto, indifesi… anche se in realtà trattasi per lo più di giovani ‘colorati’ nerboruti, aitanti e persino ‘palestrati’, dotati di tablet, smartphone et similia ma non dotati affatto, ahinoi, di voglia di lavorare e soprattutto di volontà di effettiva integrazione con il popolo, le leggi e gli usi e i costumi della nuova Terra (che in genere non è altro che la nostra disastrata Italia) sulla quale mettono piede.
A questo punto però, rispetto a quanto sopra poniamoci una domanda, un interrogativo che, chissà perché, nessuno mai nel nostro Occidente, nel cosiddetto mondo dell’uomo bianco si è posto e tantomeno si pone: tralasciando il fatto che in argomento di violazioni dei diritti umani i Paesi non bianchi e non europei sono di gran lunga i primi in classifica… perché, chiediamoci, in tante, vastissime e ricche zone del mondo non vengono accolti i fragili di cui sopra; perché in Arabia Saudita, per esempio, malgrado la comune fede islamica che renderebbe assai facile e naturale il loro processo di ‘integrazione’ non possono mettere piede rifugiati provenienti da Paesi confinanti quali l’Eritrea, l’Etiopia, la Somalia, lo Yemen e il Sudan?
Perché nessuno mai, mi si dimostri il contrario, ha mai posto una così semplice, naturale e ovvia questione?
Ancora: perché i Paesi del Golfo Mediorientale (che sono ricchissimi e hanno un reddito da capogiro, oltre 50 o 60mila $ pro-capite) non accolgono rifugiati africani a braccia aperte (di fede islamica come già detto, e non è un particolare di poco conto), oppure provenienti dal Bangladesh e dal medesimo Sudest asiatico?
Teniamo ben presente che le cosiddette economie di mercato, liberiste e sfruttatrici come si dice, oggi non sono per niente caratteristica esclusiva dell’Occidente; essendo ormai diffuse sull’intero orbe terracqueo si estendono ben aldilà dei territori originari dell’uomo bianco: Cina, India, Indonesia, la già citata Arabia Saudita, il Sud Africa, l’Australia, lo stesso Brasile, il vastissimo Canada e altri, cambiando emisfero, perché non mettono becco, non dicono una parola e soprattutto non alzano un dito rispetto a tutto quanto sopra?
Ci stanno pensando… dicono, stanno studiando soluzioni… dicono altri, hanno ben altri problemi… aggiungono ancora, quindi è l’Occidente, l’Europa e l’Italia soprattutto (accidenti alla nostra posizione geografica!), è l’uomo bianco insomma che si deve far carico di tutto.
Del resto, è vero o non è vero che il bianco ha mille colpe risalenti al suo passato delle quali fare ammenda?
Torniamo ora, tuttavia, sebbene in chiusura, ai nostri ‘amici’ del Black Lives Matter, quelli per cui le vite dei neri contano e, ne discende, quelle degli altri, bianchi soprattutto, contano assai meno: e facciamolo considerando che poiché tutto si tiene, tutto ha una sua pur perversa logica, tutti i grandi fatti hanno origine e scaturiscono da ‘progetti’ planetari che a noi comuni mortali non è dato sapere (possiamo solo intuirli o percepirli), poiché attorno ad essi vigono il mistero più assoluto, inconfessabili interessi e complicità infernali, ebbene, non è fuor di luogo o avventato, tantomeno arrischiato se poniamo una a fianco dell’altra la questione della sostituzione etnica e conseguente meticciato del popolo bianco con la sopra accennata colpevolizzazione del medesimo; cacciata del bianco e sua sostituzione quindi… in tutte le Terre che, sin dall’origine dei tempi lo hanno visto all’opera nel suo ruolo insostituibile di creatore di civiltà e di progresso.
Ma è in errore però chiunque pensi che, generalizzando, tutte le accuse da addossare all’uomo bianco provengano dall’Africa o da chissà quale altro angolo del mondo: no, al contrario esse sono il distillato, il compendio, la summa di una ‘intellighenzia’ occidentale e a maggioranza bianca che, in preda ad una sorta di inesplicabile ‘cupio dissolvi’ si auto-annienta per lo più con accenti di assurda tragicità.
Ci troviamo di fronte cioè alla più clamorosa ed evidente manifestazione di etno-masochismo della storia: l’odio per il proprio gruppo etnico, seguendo una suicida logica auto-razzista, non aveva mai visto una così integrale e grottesca manifestazione.
Alla quale, in ultimo ma non per ultimo, pure la Chiesa Cattolica, un tempo fonte di Verità, testata d’angolo e riferimento sicuro di certezze, trasformatasi poi nella “Nuova Chiesa Cattolica” che, erigendo ‘il senso di colpa’ a parametro costante della propria azione (smarrendo così la propria identità profonda e facendosi appendice del mondo globale a trazione antropocentrica), ha notevolmente contribuito, o meglio non si è assolutamente opposta all’attuale deriva auto-razzista.
La quale, e concludiamo, che ci venga imposta anzi inflitta da potentati, gruppi di pressione e da consorterie globaliste assume a volte i tratti di una ecatombe silenziosa che scaturisce dal nostro peccato originale: essere bianchi.

ULTIMISSIME DALLA U.E.

Che l’Unione Europea, quella che da Bruxelles, Francoforte e Strasburgo ci condiziona, ci impone e ci vieta, non si fosse mai dimostrata ‘amica’ dell’Italia, beh, l’avevamo capito da tempo, ma che ora, oggi, ci venga a dire e a consigliare… che la dieta mediterranea non è più raccomandabile; che l’olio di oliva, il parmigiano-reggiano, la passata di pomodoro, anche un bicchiere di buon vino sono un attentato alla nostra salute è francamente insopportabile.
Se poi ci aggiungiamo che tra non molto (la campagna mediatica è già in atto) tutti i prodotti alimentari da forno, a iniziare dal pane, e altre ghiottonerie di alta cucina potranno provenire da locuste, vermi, larve, coleotteri, grilli et similia, beh, che gli dei ci preservino da questa Europa!
La cosa che più stupisce in argomenti siffatti consiste però nella percentuale degli italiani che, interpellati, hanno risposto negativamente con un 56% relativamente al “Nutriscore”, appunto, e ai vermi in padella: se ne deduce quindi che il 44% più o meno non si opporrebbe alle novità sopra accennate che ‘mamma Europa’ ha in serbo per noi suoi figlioli.
Il 44% dunque di non contrari o addirittura favorevoli?
Siccome parliamo di noi italiani, appunto, c’era da aspettarsi… che so… un 90-95% di assolutamente contrari: invece siamo al 56%.
Da non credere! Non è che c’è del vero, verificabile tutti i giorni e ovunque quando ormai si parla, generalmente di gente, di popolo, di noi comuni mortali ormai smarriti, confusi, incerti, avviliti, arresi e rassegnati come mai in tempi addietro?!