Cari amici e lettori miei,
dove eravamo rimasti? Ah, già, ora ricordo: ci eravamo lasciati dopo aver richiamato la vostra attenzione sulla ‘minacciata e programmata’ sostituzione etnica ‘dell’uomo bianco’ (a beneficio di un meticciato informe e diffuso), che dovrebbe caratterizzare gli abitanti dell’Europa e più vastamente dell’Occidente in un futuro più o meno prossimo.
Dio non voglia che questo accada… ma, comunque, sarà questa una ‘vicenda’ di vitale ed esistenziale importanza che ‘toccherà’ alla nostra discendenza di affrontare: le future generazioni dovranno farsene carico… mentre speriamo non ne rimangano travolte e soccombenti.
Per ora, tuttavia, limitiamoci ad un chi vivrà vedrà: nel contempo, e la cosa non farebbe altro che bene, magari potremmo anche pregare un po’.
Non per saltare di palo in frasca ora, bensì per ‘cavalcare’ l’attualità riportiamoci al recente ‘decennale di pontificato’ di Bergoglio, felicemente regnante, sul quale peana, lodi, panegirici e specialitivù sono piovuti a dirotto; sul quale sono diluviati articoli, elzeviri, articolesse e persino ‘coccodrilli’ in quantità industriale.
Del quale invece, Bergoglio appunto, è necessario ricordare la sua ‘luminosa impresa’ consistente nel fatto che, era ora!, le celebrazioni delle Messe comunemente conosciute come Messe in latino d’ora in poi saranno vietate, proibite, verboten!
Ed è appunto su tale divieto, interdizione e ostracismo che occorre il soffermarvici…, riconoscendo in primis che Bergoglio è di parola.
Quello che dice di fare lo fa. Lui è granitico. Quando vuole è un rullo compressore.
Con un motu proprio ad hoc infatti, intitolandolo Traditiones Custodes (?!) e quindi ricorrendo a quel latino da lui tanto detestato quanto indigesto ha soppresso, soffocato e ucciso il precedente di Benedetto XVI, suo predecessore, che, al contrario, nel luglio 2007 concesse la possibilità di Messe celebrate con liturgia romana anteriore alla cosiddetta riforma del 1970 di Paolo VI: Messe di San Pio V insomma, ‘Messe di sempre’, che, d’ora in poi potranno essere autorizzate solo dal Vaticano: anche i vescovi invero sono stati estromessi da possibili ed eventuali concessioni in argomento.
Bene. Bravo. Bis.
E allora, a questo punto, con tutto il rispetto, la deferenza e la considerazione dovute ai Sacerdoti cattolici, ai ministri di Dio, agli uomini consacrati che hanno cura d’anime, ecco che naturalmente ne discende il rivolgere loro alcune riflessioni o anche semplici interrogativi e perplessità relativamente al pontificato ‘bergogliano’.
Perché ce ne sono, e sono più di quanto s’immagini, oggi, di preti disorientati, smarriti, confusi e dubbiosi.
Dunque, Reverendi, se in alcuni di voi ancora albergano la perplessità, l’inatteso e a volte lo sconcerto, ma di che vi meravigliate?!
Ma che v’aspettavate da colui che sin dal primo apparire sul balcone della basilica di San Pietro, dopo lo annuntio vobis, gaudium magnum… rispose alle festanti acclamazioni dei fedeli con un banale, fuoriluogo e ordinario buonasera invece del bellissimo, confortante e fortificante Sia lodato Gesù Cristo!; che fermò i Cerimonieri porgenti al neo eletto il rocchetto e la mozzetta con un mortificante sono finite le carnevalate!
Che addirittura poi (citiamo a memoria, senza ordine cronologico), ‘riprendeva’ un chierichetto perché aveva le mani giunte; concedeva subito udienza ad una coppia gay; si incontrava, cordiale e bendisposto con la Bonino Emma, abortista primatista; dava peso, risalto e stima ai suoi scambi ‘culturali e teologici’ con il ‘guru’ Eugenio Scalfari, ateo tra gli atei; consentiva alla proiezione delle bestie sulla facciata di San Pietro; procedeva ad epurazioni all’interno dell’Accademia per la Vita. Per tacere d’altro.
Se vi avessero detto, cari Sacerdoti, che la base e l’essenza della Dignitatis humanae servirono come alibi a Bergoglio per affermare che il proselitismo è una solenne sciocchezza, ebbene cosa avreste risposto?
Se vi avessero mostrato a cosa si doveva ridurre la Messa, con preti che inventano le parole della Consacrazione e non si genuflettono al termine della medesima, si rifiutano di recitare il Credo…, avreste trangugiato il tutto in perfetta letizia e spirito d’obbedienza?
Se avreste saputo che nel 2017 Bergoglio avrebbe celebrato il V centenario delle “riforme” di Lutero invece che il centenario delle apparizioni di Maria Santissima a Fatima avreste creduto alle attestazioni di chi vi diceva che lo scopo dell’Ecumenismo era di riavvicinare le comunità separate all’unico Ovile di Cristo?
Avreste mai pensato che a fronte dei legittimi, fondati e ponderati Dubia di alcuni cardinali Bergoglio avrebbe opposto solo un pervicace rifiuto anche ad una benché minima risposta?
Andiamo oltre tuttavia, almeno per il momento, e torniamo ai tempi del Concilio Vaticano II, cioè ai tempi felici della vostra adolescenza e prima giovinezza, cari Sacerdoti, tempi nei quali sceglieste di rispondere alla chiamata di Dio e dedicare la vostra vita alla Sua gloria e alla salvezza delle anime a voi affidate: ebbene avreste mai pensato di finire a fare il sindacalista, l’operatore culturale o l’assistente sociale, vestiti disinvoltamente ‘trend’ e nel contempo dover assentire al fatto che, tutto sommato, tutte le religioni vanno bene?
Ma voi sapevate allora, e in fondo al cuore ancora lo credete che nel vostro ministero avreste dovuto proclamare il Vangelo, donare la vita della Grazia con il Battesimo e restituirla con la Confessione, consacrare nella legge di Dio l’unione degli sposi cristiani, chiudere gli occhi dei morenti confortandoli con la Estrema Unzione e con il Viatico, accompagnarli all’ultima dimora benedicendo la loro tomba: e, forse, indirizzare qualche giovane al sacerdozio o alla vita monastica!
Invece vi hanno fatto credere, a piccoli passi, che non cambiava nulla anche se nei fatti stava cambiando tutto: non solo le cose di poco conto ma pure la stessa dottrina, la morale, la liturgia e la spiritualità.
Così, anche con quella talare buttata alle ortiche vi siete resi simili al mondo, mentre si è spenta nel contempo quella luce che necessitiamo di scorgere per vedere Dio attraverso il Suo ministro.
Quel girare l’altare verso il popolo non è servito ad avvicinare i fedeli a Dio, bensì a far loro credere che la Messa non è un Sacrificio ma una cena… alla quale si può andare disinvoltamente vestiti.
Quel dare la Comunione in mano, poi, ha indebolito (anzi del tutto annullato) il senso di adorazione verso il Santissimo Sacramento, al punto che oggi si può negare apertamente la Presenza Reale e al tempo stesso essere professori e docenti in Seminario.
E quell’insistente martellare, quasi ossessivo, sul Concilio, sullo spirito del Concilio, sulla Chiesa del Concilio, sui Papi del Concilio, sulla Messa del Concilio vi ha portati a pensare che quel che c’era prima, quando eravate giovani o anche solo bambini era tutto sbagliato, era un’altra religione, un’altra Chiesa: la vecchia Chiesa, a detta della Gerarchia di oggi.
E così, a distanza di alcuni decenni le chiese sono vuote e addirittura a volte vengono usate quali refettori o dormitori, a seconda delle necessità…; le vocazioni sono quasi azzerate, i conventi e i monasteri e i seminari chiudono e vengono venduti per farci degli alberghi, dei ‘resort’, delle ‘location’ d’alta classe: affaroni d’oro!
E a causa della scarsità di preti…, oplà, il rimedio eccolo qua: basta ‘ordinare’ i “viri probati”, pensare alle “donne diacono” e affidare i funerali e la predicazione ai laici: no problem!
Già: intanto voi Sacerdoti che professate e vi dedicate, prego!, proseguite e continuate soprattutto a occuparvi e preoccuparvi di trovar casa, cibo e quant’altro per i profughi, gli immigrati, i rifugiati, per tutti i “fragili” insomma provenienti da ogni dove, usando di tutte le strutture e i mezzi così come intima Bergoglio, il quale non spende una parola per chi non vuole accogliere la vita nascente nel ventre materno: la strage degli innocenti, che più innocenti non si può non gli scalda il cuore; lui non si immischia, dice.
Certamente ricorderete: sollecitato di un commento, di una valutazione, di un giudizio rispetto ai sodomiti egli rispose con quel ‘famoso’ Chi sono io per giudicare che rimane una vetta inarrivabile di ipocrisia e irresponsabilità!
E stendiamo un pietoso velo, per carità, sulla sua ‘esortazione’ a non fare i figli come i conigli: che Dio lo perdoni!
Ma è tempo di concludere ora, che già s’è detto abbastanza: non senza ‘invitarvi’, cari nostri preti, ‘incoraggiarvi’, ‘pregarvi’ anche (per quel poco che possono valere le nostre preghiere), a rinfrescare, a rinverdire e far rifiorire di significato, di priorità e di indispensabilità quelle “cose”, oggi cosucce di poco conto, quali i 10 Comandamenti, i 5 Precetti generali della Chiesa, le 7 Opere di misericordia corporale e spirituale, i 7 Sacramenti così come i 7 Doni dello Spirito Santo, le 3 Virtù teologali e le 4 Cardinali, i 7 Vizi capitali; soprattutto a ricordare, agli uomini di oggi, così moderni, ‘adulti e liberi’ come si credono di essere, che, comunque sia, i 4 peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, vale a dire, a) l’omicidio volontario, b) il peccato impuro contro natura, c) l’oppressione dei poveri, d) il defraudare la mercede agli operai, peccati ai nostri tempi così frequenti ed impuniti, dovrebbero essere combattuti, avversati, frenati da un tanto sano quanto necessario ‘ritorno’ allo Initium sapientiae timor Domini.
E che i Novissimi (cose ultime, le più importanti), Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso dovrebbero saggiamente tornare a riecheggiare, ammonitori, nelle vostre omelie ed esortazioni.
Questo mi sentivo di dirvi, e questo vi ho detto, cari Presbiteri tutti, e sorvolo e non raccoglierò nè mi soffermerò sugli eventuali risolini, compatimenti, scrollatine di spalle che mi pare già di intravvedere e sentire.
Agli eventuali risentiti e sdegnati tra di voi (spero non tra coloro che personalmente conosco) porgo già da ora il mio rincrescimento ma nessuno riuscirà a convincermi, comunque, di possibili, errate convinzioni!
ULTIMISSIMA ORA. Siccome non urgono all’interno di Santa Madre Chiesa impellenze di nessun genere, nessun pericolo incombe e il futuro si prospetta roseo e propizio come non mai, ecco Bergoglio esternare sul celibato dei preti cattolici…, che non è un dogma, non è un credo nè una fede, dice: trattasi solo di una ‘disciplina’ che, se del caso, potrà essere modificata o superata, si vedrà.
Che bella prospettiva per i preti di domani: niente più perpetue ma legittime mogli!


