Cari amici e lettori miei,
vi scrivo in questi
giorni di bufera, di confusione oltre che di ataviche paure causate dallo
‘scoppio’ e poi dall’imperversare, qui
da noi, in Italia, del famigerato morbo Covid-19, o Corona-virus, o come cavolo lo volete
chiamare.
Ma non voglio intrattenervi in argomento… anche perché
sicuramente sarete in piena fase di rigetto, di rifiuto verso il bombardamento
mediatico, asfissiante e quasi soffocante di cui siamo quotidianamente oggetto;
e anche perché ciò che assilla e preoccupa,
che ‘angoscia’ l’italiano medio di oggi è la disperata ricerca di amuchina-gel,
detergenti, mascherine, supermercati da assaltare e soprattutto lo stare alla larga da un sia pur minimo
contatto con gli altri; dal dover tossire e starnutire con il riparo del gomito
piegato ad angolo e, appunto, di rifuggire comunque incontri, approcci,
appuntamenti e quant’altro.
Sul ‘corona-virus’ dunque per ora mi taccio: sicuramente
siete tutti bene informati, bene allarmati e ben preoccupati, al punto che non
è proprio il caso di aggiungere altro; poi, stiamone certi, una volta
circoscritto e soprattutto a vaccino ‘trovato’, sperimentato ed applicato non ne sentiremo più parlare.
Almeno lo speriamo.
E’ invece su ben
altro morbo, su ben altro virus, su ben altra epidemia o pandemia che dir si
voglia che richiamo la vostra attenzione, ed è quella che ha nome imbecillità,
derivando dalla faziosità; che ha nome idiozia, derivando dal settarismo; che
ha nome partigianeria, derivando dal pregiudizio.
Che ha nome ossessione, paranoia, quasi psicosi, che
derivano dall’antifascismo a prescindere.
Ma che c’entra, direte voi, cosa significa?!
Ebbene state a sentire.
Alcuni giorni fa, in una scuola in provincia di Bologna (e
ti pareva!), il Consiglio degli insegnanti ha deciso di punire con un sei in
condotta e una nota di biasimo sul registro uno studente di 13 anni (!): poi lo
hanno obbligato, dopo averlo dotato del libretto contenente la Costituzione, a
svolgere una riflessione e un approfondimento (che in seguito avrebbe dovuto
illustrare davanti ai compagni di
classe), su alcuni articoli della medesima tra cui quelli contro l’apologia di
Fascismo.
Mamma mia! direte voi: ma cosa aveva combinato questo
ragazzo di così esecrando, riprovevole e biasimevole per meritare una simile
punizione?: mah, giudicate un po' voi.
Era successo che tale ragazzo (definito intelligente e in
gamba dalla sua stessa prof che poi lo ha ‘incriminato’), il 28 gennaio scorso,
(dopo il 27, giorno dedicato alla ‘commemorazione’ della Shoah), aveva portato in palestra una
maglietta con scritto Adolf e il numero 32, maglietta che intendeva indossare per
partecipare ad un torneo di pallavolo organizzato dalla scuola e il cui colore
e relativa scritta era stato affidato
alla libera scelta degli stessi studenti.
Tutto qui? direte voi: sissignori, tutto qui.
Apriti cielo! Scoperta la maglietta la prof ha
immediatamente avvertito la dirigente scolastica che a sua volta ha velocemente
iniziato il “processo” i cui sviluppi e i cui esiti si vedranno poi, a partire
da come relazionerà lo studente, a ‘beneficio’ dei suoi coetanei, sulle virtù vivificanti,
salvifiche e terapeutiche della Costituzione ‘più bella del mondo’.
Alt. Fermiamoci un attimo, ora: per riflettere, per
considerare, per tentare di capire ciò che effettivamente muove, guida e giustifica
questo antifascismo a prescindere, che specie a livello scolastico, mediante
l’opera di insegnanti faziosi, occhiuti
e ‘politicamente corretti’ continua nella sua partigianesca missione di
‘erudire il pupo’, di crescere e formare (si fa per dire) le nuove generazioni
abbeverandole alla menzogna, alla distorsione dei fatti, alla manipolazione
delle verità.
Se così non fosse infatti, se non fosse così provata e
assodata nel tempo l’azione nefasta di certa ‘classe insegnante’ italiana che
da sempre mistifica la Storia, da sempre influenza e condiziona il grado di giudizio e di indipendenza degli studenti, da
sempre ne premia o ne castiga l’impegno e l’applicazione a seconda di come
questi si pongano di fronte a determinate posizioni politiche, se così non
fosse, si diceva, cosa avrebbe impedito alla suddetta prof di ritenere che la
maglietta del suo studente era da considerarsi, così come effettivamente era, assolutamente neutra come
tante altre?!
Dopo tutto quell’Adolf, quel nome proprio di persona
aggettivato da nulla d’altro, non poteva indicare semplicemente e richiamare il
nome di Adolfo che, sebbene oggi ‘criminalizzato’ è pur sempre il nome proprio
di alcune decine di migliaia di
Italiani?
E il numero 32 poi, non si poteva pensare che piacesse così
e basta, così come ogni altro numero, che indicasse tre decine e due unità
senza andare a razzolare nella ‘smorfia’ cabalistica antifascista per tentare
di scoprirvi chissà quale recondito significato?!
No, non si poteva, quindi vai di ‘stangata’ sullo studente
che certamente ha spirito indipendente!
Quindi bisognava additarlo, ammonirlo, avvertendolo che
stesse attento… perché era su una cattiva strada… perché non prometteva niente
di buono… perché bla bla bla.
Così succede oggi, ancora, in certa scuola italiana, in
quella stessa scuola ove cervelli illanguiditi e crassi elevati a ruolo,
bellissimo e fondamentale, di insegnanti, anzi, di formatori dello sviluppo e
del divenire delle generazioni loro affidate, ahinoi, spesso e volentieri si
riducono a ruolo di semplici agit-prop, di lecchini piegati al potere, di
prostituiti al ‘pensiero unico’ dominante: questa è la verità.
Perché, dato e non concesso che il tredicenne (!) di cui
sopra, con quel nome e con quel numero sulla maglietta, effettivamente
intendesse agganciarsi a riferimenti ‘hitleriani’, ebbene, era proprio il caso
di esporlo al ludibrio, di indicarlo quale vaticinatore di impossibili ritorni,
di soffocarlo, umiliarlo, comunque ‘ucciderlo’ nei suoi connaturali, universali
e insopprimibili sogni adolescenziali?!?
No che non era il caso.
Ma quando il ‘padrone’, cioè l’antifascismo, sempre,
dovunque, comunque e quantunque, ordina e comanda, non c’è che da ubbidire ed
eseguire, ed è sempre stato così per ‘la sinistra’, o perlomeno un certo tipo
di ‘sinistra’: ve ne racconto una in argomento… così… magari tentando di mettervi
di buon umore.
Oggi abbiamo il ‘P.D.’ che ci delizia, ma prima ancora
avevamo i ‘D.S.; ancora prima tuttavia c’era il ‘P.D.S.’ e ancora prima prima c’era
il ‘P.C.I.’ il quale, udite, udite, negli anni settanta del secolo scorso aveva
presentato alla Camera dei Deputati una
preoccupata interrogazione per conoscere “se non sia ravvisabile violazione
alla legge Scelba il fatto che sullo stemma dei piloti dell’Anpac (Associazione
nazionale piloti aviazione civile), figuri un’aquila che richiama quella
imperiale del passato regime Fascista…” suggerendo nel contempo che l’aquila
stessa venisse sostituita con un fagiano, una gazza ladra, o altro volatile
appartenente alla famiglia dei gallinacci…
Fermiamoci qui. I commenti li lascio a voi!




