innanzitutto spero che stiate
tutti bene, voi e i vostri famigliari, e in più mi auguro che le estreme e
draconiane imposizioni che il ‘patrio governo di Giuseppi’ ci ha imposto (Coronavirus
imperat), non vi abbiano impedito, comunque, di godere di alcune inconsuete situazioni
e condizioni che il tempo, le abitudini e le consuetudini ci avevano fatto
dimenticare.
Della serie: quanto è bello stare
a casa…e riscoprire e rivalutare anche i semplici rapporti con i propri
congiunti. Ma veniamo a noi.
Siamo in guerra, dunque.
Siamo nel pieno di una bufera,
quasi catastrofe, di una vera e propria pandemia virale denominata “Coronavirus
o Covid-19” che ci sta letteralmente falcidiando: specie noi anziani, anzi…noi
vecchi!
Tuttavia non voglio parlarvi di
questo flagello, ora, anche perché sarete già saturi, esauriti e forse anche
sconfortati dalla caterva di notizie, di informazioni, di bollettini negativi
che ogni giorno TV, giornali, social e quant’altro ci scaricano addosso con il
risultato di deprimerci, di avvilirci e demoralizzarci: no, ne abbiamo tutti
fin sopra i capelli; siamo quasi ai limiti della umana sopportazione.
Piuttosto desidero confidarmi -
con voi - e riflettere un poco e mostrarvi altre angolazioni dalle quali
vedere, valutare e trarre considerazioni attorno a questa epidemia che, ahinoi,
ormai condiziona tutti: noi italiani, europei, occidentali e popoli del mondo
intero.
Alcuni miei pensieri, lo vedrete,
‘voleranno’ di qua e di là, per lo più a livello locale e nazionale, anche
europeo, e riguarderanno alcune “cose” sulle quali richiamo la vostra
attenzione, la vostra sensibilità e la vostra condivisione, se vorrete:
altrimenti me ne farò una ragione.
E tanto per cominciare mi levo il
primo sassolino dalla scarpa che, guarda caso, concerne l’atteggiamento della
Gerarchia ecclesiastica, ovverosia quello della CEI (Conferenza Episcopale
Italiana), che, in argomento di pandemia si è dimostrata zelante più che mai, realista più del re, facendo proprie e ‘sposando’
(è il caso di dire) incondizionatamente tutte le ‘misure’, le restrizioni e gli
impedimenti governativi atti a far sì che le chiese, appunto chiuse per decreto,
venissero disertate da tutti, ma pure da coloro che, al contrario, avrebbero
desiderato potervi entrare…per una preghiera, un’invocazione, una confessione o
un intimo spirituale colloquio.
Possibilità, queste, che pur con
tutte le cautele del caso e in ossequio ai divieti di prossimità, di
assembramento e conseguente obbligo di uso dei dispositivi sanitari richiesti,
avrebbero pur dovuto essere concesse; ma
le chiese chiuse, no, santo Iddio, le chiese sprangate, no!
Che ce ne facciamo della Messa o
del Rosario “in streaming”, con il prete là, solo, e noi in casa, sul divano
con il tablet o lo smartphone in mano. Ma per piacere!
Certo ci vuole la Fede, e un po'
di coraggio anche per rivivere ciò che nei secoli, in tempi di calamità, la
Chiesa aveva sempre fatto: ci vogliono le Rogazioni, le processioni, le invocazioni, le preghiere… e il prete in
testa che supplica “A peste, a fame, a
bello libera nos, Domine”.
Ci volevano i preti, col vescovo
in testa, con il popolo, con i fedeli ad impetrare “Ut a pestilentiae flagéllo nos liberàre digneris, Te rogamus audi
nos!”.
‘Vedo’ già, a questo punto,
qualche risolino, uno scuotimento di testa; ‘sento’ già qualche commento: “…ma
Cortesi… ma dove vivi… sei fuori dal tempo…”.
Ebbene, non me ne può ‘tangere’
(eufemismo) di meno: ognuno dica o pensi quello che vuole.
Ma andiamo avanti.
Forse questa non la
sapete…tuttavia è storia di questi giorni: a Giulianova Lido (Teramo), splendida città che si affaccia
sull’Adriatico, trovasi un magnifico Santuario mariano dedicato alla Madonna
dello Splendore, protettrice della città, il cui sindaco, accompagnato da assessori e due o tre parroci, intenzionati ad
omaggiare e impetrare dalla loro Madonna protezione e benedizione per la loro
comunità, si sono visti fermare e
denunciare, dalle solerti ‘forze dell’ordine’, per assembramento e violazione
delle norme sulla ‘quarantena’: i commenti li lascio a voi.
E che dire, ancora, di quelle
guardie municipali (!) che giorni fa, a Cerveteri (Roma), hanno fatto irruzione
in chiesa per troncare, ipso facto, la celebrazione eucaristica che si stava svolgendo
e poi stilare verbali, denunce, raccogliere testimonianze e quant’altro.
Della serie: lo Stato c’è e si fa
sentire!
Quelle stesse forze dell’ordine,
comunque, e guardie municipali che rispetto ad altre e assai più gravi esigenze
(per esempio l’impedire, specie nelle grandi città, che delinquenti e ladri di
ogni genere si impossessino - dopo scasso - di abitazioni lasciate vuote dai
numerosi anziani ricoverati, appunto, per ‘Coronavirus’), quelle stesse forze dell’ordine,
dicevamo, in tali frangenti fanno sapere
di non poter essere e arrivare dappertutto!
Andiamo avanti comunque, e
continuiamo a vederne delle belle.
Perché è quantomeno opinabile, per
esempio, discutibile e non edificante il fatto che il quotidiano bergamasco per
‘antonomasia’, quello che fa eco e
megafono al tempo stesso ad una sola parte della società bergamasca (ovviamente
quella ‘aperta, progressista e benpensante’, quindi escludendo a priori quell’altra, ‘populista, sovranista e reazionaria’),
abbia recentemente dedicato, in occasione della morte (a causa del Coronavirus) di don Fausto
R., una decina di pagine (!), intere pagine commemorative, rievocative e celebrative
(è mancato solo il ‘santo subito!’ ma ci arriveremo presto), per esaltarne il suo
apostolato “per gli ultimi e tra gli ultimi”, mentre quasi in contemporanea, ad
altro sacerdote pur esso vittima del morbo e che fu “molto vicino ai malati, ai
poveri e agli ex carcerati”, ebbene, per don Savino T. invece…nulla, nulla di più che uno striminzito, quasi invisibile
trafiletto a piè pagina e nemmeno un cenno di partecipazione al dolore (sul
quotidiano di cui sopra, proprietà della Diocesi), da parte della Curia
bergamasca: si dirà che don Savino era incardinato in altra Diocesi, è vero, ma
era pur sempre sacerdote e pur bergamasco!
Già, ma tutto si spiega se
aggiungiamo che era rimasto ‘colpito’ (a suo tempo) dalla personalità e dalle
idee di Mons. Lefebvre; che aveva studiato presso il Seminario tradizionale di
Ecône, in Svizzera, che portava la talare e celebrava la Messa di sempre.
Della serie: anche per la
Gerarchia d’oggi ci sono figli e figliastri!
Ma ora vi debbo lasciare, amici e
lettori miei: ci diamo appuntamento tra un po' di giorni, magari per commentare
ciò che la ‘crucca’ Ursula von der Leyen e la sua degna compare, la ‘grifagna’
Lagarde (meglio conosciuta come Lagaffe), avranno deciso e deliberato attorno
ai destini di noi italiani, spreconi, inaffidabili e mandolinisti.
Nel frattempo però, cari amici e
lettori miei, non fatevi suggestionare,
abbindolare e confondere più di tanto dai cosiddetti dibattiti di ‘mamma TV’, dai
quali sempre, comunque e quantunque imperversano e pontificano, oltre ai soliti
tuttologi, altrettanti virologi, epidemiologi, immunologi, infettivologi (e chi
più ne ha più ne metta) che, brancolando nel buio, mostrano nient’altro che di essere
cordialmente in disaccordo gli uni con gli altri.
State riguardati dunque. E state
bene soprattutto.
Alla prossima!
x

3 commenti:
Beh in quanto le chiese chiuse è lungo da spiegare ,ci sono tanti fattori , vede signor Cortesi tutto questo tornando alla chiesa doveva succedere , perché era una chiesa si chiesa ma che chieda ? Una chiesa vuota vuota ,chiesa ma senza Gesù ,un Gesù dimenticato proprio da loro fa quelli che Lui aveva chiamato a pregare a perdonare ,ad aiutare i poveri ,tutti i poveri ,e qui abbiamo visto la differenza ,anche il perdono ,cosa abbiamo visto del perdono ? Perdono chi vogliono loro ,assolvano chi sta nella loro manica ,cosa dire poi del nostro bel Santo Natale ,i canti natalizi ?? I presepi ? Stava sparendo tutto , perché noi dovevano accettare per rispetto degli altri non cristiani ,di altre religioni ,ma noi ? Il rispetto per noi ?? e poi tante altre cose mostruose che sta succedendo nella chiesa ,quella chiesa per cui tanti martiri hanno dato la vita ,ecco Gesù è Tornato ,ha riptrso la Sua Chiesa ,per quanto riguarda le chiede chiuse , è tutto un altro discorso ,anche qui quante cose da dire ,ma mi fermo ,e ora che la Chiesa la Vera Chiesa è tornata a Cristo ,spero che non commettano piuy peccati contro Dio ,o ci potrebbe essere una prossima volta peggiore di questa ,buona serata Cortesi e che Dio abbi Misericordia di tutti gli uomini
Grazie Cortesi. Sempre attento alle distorsioni nefaste della nostra societa' contorta e utilitaristica
Aldo Pietro Gritti
Questa è la lettera che ho inviato, lo scorso 27 marzo, a "L'Eco di Bergamo" e che il quotidiano ha pubblicato due giorni dopo.
Oggi Domenica delle Palme, sapendo che la cittadina chiesa di San Tommaso Apostolo era aperta, sono andata a prendermi una boccata di ossigeno spirituale e a ritirare i rami di ulivo benedetto…
"Ci serve ossigeno, anche per l'anima"; queste le intense e toccanti parole pronunciate, ieri a La7, dal nostro Vescovo.
Stamane, reduce dalle Poste dove ho ritirato una raccomandata, passando da una deserta via XX Settembre e notando la chiesa di Santa Lucia aperta ho avvertito la necessità di prendermi una boccata di questa spirituale aria.
Contemplando in una raccolta e devota solitudine il gruppo statuario della Pietà, che campeggia nel presbiterio, ho pensato allo straziante martirio che attualmente stanno subendo la nostra Bergamo ed il suo territorio.
"Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”...Dio non ci abbandonerà, ne sono certa !!!
Verrà il giorno in cui, liberati dal crudele flagello del coronavirus, potremo di nuovo riunirci tutti insieme per celebrare il Signore. Io intanto ringrazio di cuore coloro che, come nel caso del tempio di Santa Lucia, seguitano a lasciare aperte ai fedeli le porte delle chiese.
Nell'accomiatarmi dalla casa di Dio, ho notato come si fosse aggiunta la presenza di una anziana intenta a recitare il Rosario. Nella serrata generale dei negozi i tabaccai al momento rimangono aperti; io penso però che la gente, più che delle sigarette, abbia bisogno del Crocifisso...
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