22 gennaio, 2022

Il bell’incipit del ‘22…

Cari amici e lettori miei, 
            diciamo le cose come stanno e non raccontiamoci favolette: c’è mai stato nella vita di ognuno di noi, più o meno lunga che sia, un periodo - come in questo inizio ’22 - in cui l’incertezza, lo smarrimento e la confusione l’abbiano ‘fatta da padroni’ così come sta accadendo oggi?; un periodo in cui soprusi, prepotenze e illegalità siano stati così all’ordine del giorno da renderci difficoltoso e a volte perfino conflittuale lo svolgersi delle normali quotidianità?; un periodo in cui negazioni di elementari diritti, di imposizioni cervellotiche ed illecite, di costrizioni tra le più impensabili e persino anticostituzionali ci siano piombate tra capo e collo (senza che nessuno potesse farci niente), al punto tale che non è fuor di luogo parlare di oppressione?!
Io credo che, al di là delle personali vicende e accadimenti di per se stessi imponderabili, nessuno possa affermare di essersi mai trovato precedentemente in simili frangenti, sì che ai banali e sconsolati ‘ma dove andremo a finire’ oggi addirittura subentrano e prendono corpo e convinzione persino millenaristiche ‘parusie’ o ‘fine dei tempi’ che dir si voglia.
Tralasciamo tuttavia questi esacerbati pessimismi che tra l’altro cozzano contro una fiduciosa e fondata attesa di tempi migliori, che, non dimentichiamolo mai, sono pure essi frutto conseguente della condotta, delle azioni, della buona volontà di ognuno di noi e, per chi ha fede, della divina Provvidenza; prescindiamo anche dalla arrendevolezza e remissività cui a volte è tanto comodo e conveniente cedere e lasciarsi andare… ma occorre pure convenire che, davvero, oggi stiamo vivendo tempi in cui il dispotismo (quell’ordine cioè di cose nelle quali ‘il superiore’ è vile mentre ‘l’inferiore’ è avvilito), lo possiamo benissimo indicare quale sinonimo di assolutismo e autocrazia che stanno, impercettibilmente ogni giorno di più, sfigurando il volto di per sé già invecchiato e stanco della nostra democrazia.

Ora, sulla democrazia, la più bella e diffusa forma di governo mai inventata, e siamo d’accordo, anche se è difficile essere in sintonia con R.Barbosa (scrittore politico brasiliano, 1849-1923), che a suo tempo sentenziò: la peggior democrazia comunque è preferibile alla migliore delle dittature; sulla democrazia, dicevamo, si sono sempre espressi, nei secoli dei secoli, ora filosofi, con Aristotele e Platone in testa, ora politici, statisti, scrittori e persino gerarchie ecclesiastiche: tutti hanno messo becco.
A volte pure a sproposito.
E allora, anche per evitare di ‘caricare’ oltre il necessario queste righe togliamoci, amici e lettori miei, da ogni accenno di inconsapevole ‘drammatizzazione’ con cui si potrebbero descrivere i grami tempi che stiamo vivendo e vediamo di buttarla, come si direbbe, sul faceto e sul burlesco: anzi sullo spensierato.
Ricorriamo quindi ad aforismi, massime, citazioni e quant’altro; rifacciamoci ad affermazioni apodittiche, iperboli, giochi di ironia che lungo i secoli ci sono stati ‘donati’ e cerchiamo di cogliere, come si dice, l’altro aspetto delle cose, il verso oltre il recto e, perché no, pure il lato comico che pure esiste.
Rimaniamo in tema di democrazia dunque, ma poi passeremo ad altro, e registriamo P.Bourget (scrittore francese, 1852-1935) che affermò: Il suffragio universale è la più iniqua delle tirannie, perché la forza del numero è la più brutale delle forze e non ha dalla sua neanche l’audacia e il talento.
A prima vista sembra affermazione inaccettabile, ma, ove si volesse approfondire…
Anche C.Cantù (scrittore italiano, 1804-1895), in argomento non scherzava: la democrazia fondata sull’uguaglianza assoluta è la più assoluta tirannide.
Ma andiamo avanti però, chè la strada è lunga... e incontriamo ‘Monna Burocrazia’ la quale da sempre allieta e insaporisce le giornate di tutti: non si conosce il suo ‘inventore’, precisamente, a meno che non lo si voglia genericamente chiamare Potere e Stato, ma la Pubblica Amministrazione, sinonimo, geniale sempre, è stata ovunque ma superlativamente in Italia in grado di …trovare una difficoltà per ogni soluzione. (H.Samuel, politico inglese, 1870-1963).
E’ lo scrittore italiano E.Flaiano però che dipinge il quadro più realistico della burocrazia, laddove icasticamente così la raffigura: Gli presentano il progetto per lo snellimento della burocrazia. Ringrazia vivamente. Deplora l’assenza del modulo H. Conclude che passerà il progetto, per un sollecito esame, all’ufficio competente, che sta creando. Sublime.
E per concludere, anche se questi sono solo assaggi tra i numerosissimi esempi che potremmo riportare, a chi di voi non è mai capitato, amici miei, stanco e arreso e rassegnato dopo una defatigante tenzone con l’Ufficio Tal dei Tali, di dover e poter concludere che la burocrazia è esattamente quel luogo, quella situazione, quella mentalità attraverso la quale una cosa facile diventa difficile attraverso l’inutile!

Diligite iustitiam, qui iudicatis terram. (Libro della Sapienza, Antico Testamento); Giustizia non esiste là ove non vi è libertà. (L.Einaudi, politico ed economista italiano, 1874-1961. Da un suo scritto del 25.4.1948 pubblicato dal Corriere della Sera); Summum ius, summa iniuria (Cicerone, 106-43 a.C.); Là dove, sotto gli occhi dei giudici, il diritto è abbattuto dalle iniquità e la verità dalla menzogna, ivi sono abbattuti i giudici stessi (da un Codice di leggi indiano); Or tu chi se’, che vuo’ sedere a scranna,/ per giudicar di lungi mille miglia/ con la veduta corta d’una spanna? (D.Alighieri, 1265-1321, Paradiso XIX, 79-81); e avanti ancora per pagine e pagine, cari lettori miei, ma fermiamoci però. Credo che basti.
E’ chiaro che stiamo parlando di giustizia, e qui ci vorrebbe la maiuscola, che tuttavia evitiamo proprio per accentuare il disagio, lo sconforto e la delusione (oltre che il timore) che da molto tempo in qua marchiano il rapporto esistente tra il popolo italiano e questo ‘potere dello Stato’ che è di assoluta, primaria importanza.
I più attenti tra di voi l’avranno già notato forse, però richiamo la vostra attenzione sul fatto che le citazioni, le massime, chiamatele come volete, sopra riportate hanno un filo sottile che le accomuna; discendono e risalgono una all’altra malgrado il tempo, secoli e millenni, che le separa; soprattutto sono limpidamente descrittive di quello che dovrebbe essere giustizia, oggi, ma non è: di quello che dovrebbe essere Giusta magistratura, oggi, ma che invece non è.
Perché dovrebbe esserci anche una ‘logica’ nelle cose, nei giudizi e nelle sentenze, tale per cui ‘razionalmente’ dovrebbe essere spiegato perché al nativo ghanese Adam Kabobo, letteralmente ‘andato fuori di testa’, otto anni fa, armato di piccone (!) aggredisce, strazia e uccide tre italiani e ne ferisce altri due, ‘beccandosi’ quindi 30-40 anni di galera; perché, dicevamo, gli è stata in questi giorni concessa una riduzione-pena a 22anni che, stiamone certi, ancora per ‘buona condotta’ gli verrà ulteriormente ridotta tra non molto a non più di 15.
Conclusione: prima del 2030 il ‘buon Kabobo’ tornerà, libero cittadino, a percorrere le strade d’Italia…
Dice, il paludato: la legge è legge, e va rispettata e applicata. Risponde, il cittadino: sì, ma quando una legge è assai sbagliata la si cambia: tocca al ‘legislativo’ certamente, ma pure il ‘giudiziario’ dovrebbe contare!

E qui ci fermiamo però, e ci aggiorniamo… amici e lettori miei.
Gli argomenti cui sopra ho solo accennato mi hanno già preso tanto spazio e quindi, di altri, ne riparleremo.
Non posso tuttavia congedarmi, per ora, senza toccare, senza sfiorare ciò che ci attanaglia ormai da due anni, che ci preoccupa, ci opprime e ci condiziona anche pesantemente: la ‘pandemia’ e tutto ciò che ne consegue e deriva.
Una premessa: nessuno me lo ha mai chiesto e nessuno - tranne chi mi è consanguineo o in fraterna confidenza - me lo chiederebbe mai, ma il sottoscritto, perplesso ed esitante, tuttavia cedendo a premurose esortazioni è tra coloro che “hanno offerto il braccio alla patria”; quindi nessuno tra gli aficionados, tra i talebani e gli estremisti del vaccino può contestarmi alcunché.
Proprio per questo però detesto e condanno la caccia contro i cosiddetti no-vax, la persecuzione, il ‘dalli all’untore’ che le schiere degli invasati ‘vaccinisti’, le truppe cammellate delle tre, quattro e forse anche cinque ‘punture’, le anime belle insomma, i benpensanti in s.p.e. armati fino ai denti e con tutto il mainstream al loro fianco stanno conducendo.
Quegli intruppati cioè, quegli inquadrati e creduloni che hanno bevuto la panzana di Diokovic espulso dall’Australia perché non vaccinato.
No! La faccenda non sta affatto in questi termini: in verità abbiamo assistito ad una vendetta da parte del governo australiano contro il famoso tennista perché costui si era messo di traverso, e quindi facendolo fallire, contro il progettato accordo tra la strapotente multinazionale Rio Tinto (anglo-australiana) e il governo serbo per l’estrazione del preziosissimo litio che esiste in una vallata serba.
E’ così! Si sono incazzati come iene i potentissimi della RioTinto, e quindi hanno “ordinato” al governo australiano di fregare il reprobo Diokovic, che, da ambientalista non gretino aveva preservato la sua Serbia da devastanti escavazioni minerarie.
Suvvia, cari amici sempre e comunque e dovunque e quantunque ‘vaccinisti vaccinati’: ogni tanto, e fa bene alla salute, rispetto a quanto vi viene propinato dalle tivù, dai giornaloni (che ogni giorno perdono lettori), dai social a libro paga, da parlamentari indegni e abbarbicati e prostituiti, e, dulcis in fundo (si fa per dire) da un governo non eletto e quindi per certi aspetti non legittimato, ebbene, ogni tanto avanzatevi un dubbio, ponetevi qualche domanda, fate esercizio di critica: sicuramente ne trarrete vantaggi.

Ah, dimenticavo: qualcuno avverta il ‘virostar’ Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, oltre che penoso e ridicolo ‘canterino’ del Jingle bells, che, fortunatamente per me, non soffro affatto di ‘alluce valgo’!



7 commenti:

Unknown ha detto...

Bravissimo Cortesi ,mi piace sentire una persona intelligente che sa quel che dice ,daccordissima con quel che ha detto ,buona serata Signor Cortesi

Unknown ha detto...

Bravo Luigi!!!!
Come ( quasi) sempre è difficile contestare il tuo pensiero.
Mi ricordi un panzer tedesco che tutto travolgeva e distruggeva.
Complimenti!!!!

Unknown ha detto...

...la migliore delle democrazie, basata sull' assolutismo delle uguaglianze risulta essere la peggiore delle tirranidi. Appiattimento, non riconoscimento dei valori e proliferare di parassitismo. Sistema di governo di deboli e inetti. Caro Luigi cordiali saluti Aldo

Massimo ha detto...

Condivido tutto, bravo Luigi!
Anzi, bravissimo!

Unknown ha detto...

Che dire? Un articolo con citazioni di rilievo che fanno riflettere; condivido appieno l'esortazione a porsi delle domande, dei dubbi. Approvo l'invito a pensare, ad elaborare ciò che viene diffuso in particolare dalle TV. Chi cerca la verità solitamente non si ferma all'apparenza ma va oltre. ...Nobile auspicare la giustizia ma tale qualità è di pochi...e forse non di questo mondo se non in rari casi. Comunque nostro impegno personale sia sempre la fiducia. Grazie Sig. Cortesi per le sue "iniezioni" di sapienza.

Unknown ha detto...

Argomenti cruciali! Veri crocevia e incroci nell'attualità etica, culturale e politica, realtà in cui con difficoltà si procede nel nostro paese, nonostante le risorse intellettuali e morali che ancora possiede ma che non riesce a spendere in modo conveniente. Che cosa manza?! Bella domanda! Con il brio abituale che tutti gli dovrebbero riconoscere (insieme al coraggio leonino che lo contraddistingue!), il nostro Cortesi tratta gli argomenti con verve e chiarezza tali per cui è difficile non acconsentirvi.
E per fare qualche passo avanti, e non dico per porvi rimedio, bisognerebbe incominciare ad ammettere l'ovvio e praticare il buonsenso.
Per esempio e a proposito di "sana democrazia" piace citare un tuo omonimo: monsignor LUIGI CORTESI: filosofo e teologo, matematico e scienziato, plurilaureato, docente nel seminario di Bergamo e in università a Milano, direttore di Monumenta Bergomensia e curatore dell'Enciclopedia Ecclesiastica, ecc. ecc. Ebbene, in quanto al valore non assoluto della democrazia "numerica" disse che " vale di più una testa che sa e ragiona che non le mille bocche che sfringuellano". A lume, appunto, di buonsenso... le cose dovrebbero viaggiare così. Dovrebbero...! Ma quanti balordi, anche nelle alte sfere e fra i cosiddetti "responsabili".
Dacci sempre queste perle!!!

Francesco ha detto...

Ggggg