(Digesto, 48,19,18)
Cari amici e lettori miei,
guardate che non c’è da stare tranquilli, rilassarsi un poco e legittimamente pensare ognuno ai fatti propri; le ‘bufere’ e le ‘tempeste’ infatti, causate per lo più da un generale spappolamento dei cervelli della classe politica governativa, si accavallano, giorno dopo giorno, sicché adagiarsi, riposarsi e riprendere fiato diventa sempre più difficile.
E occorre tenere gli occhi bene aperti inoltre, perché politici, magistratura, potentati economici e finanziari, il ‘pensiero unico’, i ‘benpensanti’, i ‘politicamente corretti’ e quant’altro ne inventano sempre di ‘nuove’ per renderci dura la vita, per tenerci sempre all’erta e in continua tensione onde evitare fregature, inganni e imbrogli di ogni tipo.
Mi spiego meglio e arrivo subito al punto: la nostra libertà è in pericolo!
Non so quanti di voi lo sanno, ma in questi giorni è ‘approdato’ in Commissione giustizia (!) della Camera dei Deputati il progetto di legge cosiddetto Zan-Scalfarotto-Boldrini (tutti campioni ‘democratici’), che pretende introdurre il reato di omofobia e transfobia nell’ordinamento italiano.
Tale legge, ove approvata, introdurrebbe una fattispecie di reato d’opinione.
Ma di quali opinioni stiamo parlando?: ovviamente di tutte quelle che non saranno allineate con il pensiero del ‘politicamente corretto LGBT’, vale a dire con il pensiero di tutte quelle ‘anime belle’ che vogliono imporre il loro ‘credo’ attorno a quel ‘bel mondo’ rappresentato dalla sigla-acronimo prima accennata.
Quindi un attentato gravissimo alla nostra libertà e al concetto di democrazia, quella vera, autentica e non quel simulacro democratico in cui oggi viviamo.
Infatti, se le norme presentate dai suddetti deputati diventassero legge le nostre opinioni personali sul tema dell’affettività, della sessualità, dell’educazione dei figli, della famiglia e persino della libertà religiosa diventeranno perseguibili per legge.
Ma ci pensate? Vogliono imbavagliarci, costringerci al silenzio e alla resa: ove questo accadesse, attenzione, le ricadute sul piano sociale sarebbero devastanti e ci impedirebbero di difendere i nostri valori, i nostri ideali e il nostro credo.
Non potremo più affermare che un bambino, comunque, ha bisogno di un padre e di una madre; che l’utero in affitto è una pratica ignobile; che siamo contrarissimi alla infondata e contro-naturale educazione cosiddetta ‘gender’; che il sesso biologico è binario, maschio e femmina, e che non è intercambiabile; soprattutto, in argomento, ci verrà proibito di manifestare pubblicamente il nostro pensiero e le basi sulle quali si sostiene.
La Conferenza Episcopale Italiana, nei confronti del suddetto disegno di legge, ha sì espresso ‘preoccupazione’ per la possibile approvazione, ma il tutto in tono molto cauto, attento, blando, quasi a non voler apertamente confliggere contro un Governo e un Parlamento che, tutto sommato, si sono dimostrati ‘amici’ varie volte.
Se questa legge passasse, cari amici e lettori miei, permetterebbe di applicare, in aggiunta a precedente legislazione, quello che è il classico e liberticida “processo alle intenzioni”, decretando, questa volta contro ‘il pensiero’ e non contro il virus una specie di lockdown permanente per il presunto “bene” di pochi (LGBT) a scapito della libertà di tutti: non possiamo, non dobbiamo permetterlo!
Anche i dati parlano chiaro. L’Italia non è affatto un Paese omofobo, bensì tollerante e inclusivo (anche troppo!): l’Osservatorio sugli atti di natura discriminatoria del Ministero dell’Interno infatti ha di recente confermato che i casi effettivi di discriminazione dell’orientamento sessuale sono pochissimi, contando 66 denunce in due anni in tutto il territorio nazionale.
Dunque non esiste una emergenza di omotransfobia: allora perché promuovere una legge che pretende addirittura di parificare i reati previsti a quelli di matrice razziale, etnica e religiosa?
La risposta sta nel fatto che i gruppi di potere che in tale senso stanno spingendo in Parlamento hanno le idee ben chiare: il loro obiettivo è quello di cambiare la percezione sociale e culturale sulle tematiche omosessuali e della ideologia ‘gender’ tramite l’imposizione coercitiva.
Chiunque sarà contrario all’agenda LGBT verrà considerato al pari di un razzista e un antisemita (?!), rischiando la galera fino a 6 anni. Ripeto: 6 anni. Una follia!!
Altro scopo di questa ‘progettata legge’ (che speriamo non venga mai approvata) è quello di ri-educarci. Essa prevede infatti anche una Strategia Nazionale LGBT atta a promuovere una vera e propria “colonizzazione arcobaleno” della nostra vita sociale: scuole, luoghi di lavoro, pubblica amministrazione, media, comunicazione, social e quant’altro saranno tutti coinvolti (e sovvenzionati) allo scopo, appunto, di “rieducare” i ribelli, i contrari, gli ammutinati. Cioè noi, cioè la maggioranza grazie a Dio.
Non aggiungo altro, per ora, se non una fervida esortazione, cari amici e lettori miei, a vigilare, a stare all’erta, occhi e orecchie bene aperti.
Questa in itinere è una legge liberticida: non c’è altra definizione, aggettivazione, ed è nostro preciso dovere impedire la sua approvazione.
Lo dobbiamo a noi stessi, ma soprattutto ai nostri figli e ai figli dei nostri figli!
*****
A pensar male si fa peccato, però.....
Cambiando argomento ora, ma neanche tanto perché si rimane sempre in tema di ‘cose’ che eufemisticamente possiamo definire sconcertanti, sconfortanti e deludenti al massimo grado (ma anche molto rivelatrici), proviamo qualche riflessione, considerazione (per il momento nessun giudizio), in merito alle indagini e all’inchiesta della Procura della Repubblica concernente il cosiddetto “sistema Bergamo” riferito all’accoglienza (nella Bergamasca) degli immigrati.
Probabilmente tutto finirà in niente e le accuse cadranno: sta di fatto però che la sberla è forte, il colpo si è sentito e soprattutto che l’umiliazione, per certi ambienti diocesani, per i salotti buoni della ‘Bergamo bene’, per certe anime belle e benpensanti e soprattutto politicamente corrette, l’umiliazione, dicevamo, è veramente cocente.
Sentirsi accusare infatti di associazione a delinquere per truffa, riciclaggio, sfruttamento del lavoro, inadempienze in contratti di pubbliche forniture e turbativa d’asta, beh, insomma, non è che ci si trovi a che fare con zuccherini, biscottini e cioccolatini: no, niente affatto. E’ proprio una brutta storia!
Che coinvolge la “crema” della cosiddetta solidarietà bergamasca, i pilastri del ‘sociale’, le punte di diamante del settore: Patronato San Vincenzo, Caritas diocesana, cooperativa Ruah e quant’altro.
Naturalmente la vicenda ha suscitato scalpore, interrogativi e anche forte ‘sdegno’: si pensava infatti che il “sistema Bergamo” fosse, anzi dovesse essere come la moglie di Cesare… invece, forse, come si usa dire in questi casi ‘il più pulito ha la rogna’!
Naturalmente la stampa bergamasca con i suoi maître à penser, tutti gli indagati (38), gli arrestati (3), i coinvolti (80), gli annessi e connessi hanno protestato, strepitato e contestato come di dovere, come si usa, e le loro conclusioni sulla loro innocenza “perché noi abbiamo fiducia nella magistratura…”, bla bla bla, sono quanto di più banale e scontato si potesse sentire.
Mah: staremo a vedere come finirà.
Di certo, indipendentemente dalle indagini e dagli eventuali esiti processuali, tutto questo servirà a provare (ancora una volta e ancora di più: Bibbiano insegni!), che la presunta, ipotetica “superiorità etica e morale” di un certo mondo sinistroide e sinistrorso, oltre che cattocomunista, quello dei risolini beffardi, delle sopracciglia inarcate, della puzza sotto il naso oltre che delle ascelle sudate, non esiste e non è mai esistita: e che il ‘politicamente corretto’, anche da fattacci come questo, ne uscirà con le ossa rotte!


4 commenti:
Bravo Cortesi. Concordo pienamente con la tua opinione sia per quanto riguarda la prima e in successione la seconda questione. Hai colto esattamente il nocciolo della questione. Purtroppo il fatto di dire lo facciamo per noi, per i nostri figli e per i figli dei nostri figli vale per noi ma non per la maggior parte di quelli a noi alteri ormai annebbiati e sedati dalla propaganda sinistrorsa e nefasta i cui risultati purtroppo sono gia' visibili davanti ai nostri occhi. Cordiali saluti Gritti Aldo Pietro
Argenti aurimque sunt olentia enim ecclesiae hominibus. Lex est araneae tela, quia, si in eam inciderit quid debile, retinetur; grave autem pertransit tela rescissa. Ave atque vale
Luigi,gli argomenti etici, religiosi, politici, sociali che affronti con i tuoi scritti,sono purtroppo di grande e penosa attualità.C'e solo da essere completamente d'accordo sul tuo pensiero che con coraggio espliciti.Purtroppo in questa massificata società si rischia di diventare Voce di colui che grida nel deserto....Meno male però che c'è qualcuno come te che si fa sentire.Complimenti.Paolo
Posta un commento