penso che alcuni di voi, tra le altre cose, ogni giorno leggano (on-line o cartaceo che sia) il giornale l’Eco di Bergamo, di proprietà della Diocesi, vero pilota-conduttore di parte della cosiddetta società civile bergamasca; guida e faro, ispiratore e sostenitore tra i più strenui, oggi, dei benpensanti e delle anime belle, dei politicamente corretti e dei democratici per antonomasia, pertanto acerrimo oppositore, il nostro Eco (d’ora in avanti semplicemente così, per brevità), di tutto ciò e di tutti coloro che stanno dall’altra parte: diga e barricata quindi, il nostro Eco, contro i populisti (!), i sovranisti (?), gli antieuropeisti (!?) e, ovvio, contro i fascisti, i razzisti, i maschilisti e chi più ne ha più ne metta.
Una cosa curiosa, una storiella potremmo dire, ma assai significativa riguardante tale quotidiano la ritroviamo nel fatto che nell’immaginario collettivo dei bergamaschi esso non sia semplicemente tale, bensì che sia ‘il bugiardino’: all’edicolante infatti con tale appellativo ne chiedono una copia.
Lo stesso capita, mi pare, a Torino, ove chiedono ‘la busiarda’ per intendere La Stampa: in ogni caso, santi numi, l’uso di tali nomignoli vorrà ben pur dire qualcosa…
Ma lasciamo andare e torniamo invece al nostro Eco.
Che si avvale, invero, di fior di editorialisti per la bisogna: ove premano vicende di primaria attualità, politica, socialità, storia, massimi sistemi e filosofia della vita oltre che di magnifiche sorti e progressive, eccoli pronti a erudire il popolo, il volgo e l’inclita su come vanno le cose di questo mondo.
Ma pure di come sono andate: negli anni, nei decenni e nei secoli passati.
Alberto Bobbio, tra costoro, è uno dei maggiori, sul quale voglio richiamare la vostra attenzione, lettori miei, relativamente ad un suo ‘pezzo’ del 26 aprile scorso intitolato “Preti ammazzati, la fede, la libertà”.
L’avrete letto questo editoriale, o forse vi è sfuggito e allora ve lo riassumo.
Tratta, come da titolo, dei preti che sono ‘caduti’, che sono morti, vittime in ogni caso della violenza e della guerra (segnatamente la II Mondiale, 1939-1945), ma, attenzione, perché quando questo avvenne per mano dei nazifascisti, ebbene le parole, i sostantivi, gli aggettivi e i verbi decisamente cambiano, per tramutarsi, appunto, in ‘trucidare’, in ‘strage’, in ‘eccidio’, ‘in barbara ferocia’… e vai di truculenza!
Sì, perché per Bobbio e i suoi pari, per l’Eco e giornali consimili, quando ‘si parla di fascismo e di nazismo’ le cose vanno sempre e comunque ‘pompate’, stravolte e falsificate, piegate e alterate: quindi non si può dire o scrivere, così, semplicemente, che un nazifascista ha ‘ucciso’; no, l’imperativo, la parola d’ordine per il giornalismo ‘democratico e antifascista’ è una sola e categorica: il nazifascista ha ‘trucidato’!
E la sottile, ingannatrice, diabolica differenza non ha bisogno di essere spiegata.
Perché non è una questione terminologica questa, l’avete capito: non è una questione di lessico o di linguaggio.
E’ uno dei tanti, tantissimi modi per erudire il pupo, lavare il cervello, rimbambire le menti e stordire le coscienze.
Che, ove tali non siano (e grazie a Dio sono ancora tante), notano una strana ‘lacuna’ nello scritto di Bobbio: non c’è, neanche per idea, neanche per scherzo, il minimo, infinitesimale accenno al comunismo e ai comunisti, alle loro gesta, alle loro leggendarie imprese, alla loro epopea vissuta e combattuta per estirpare il ‘cancro’ del clero e del clericalismo che, inculcavano, era al soldo del fascismo e del capitalismo.
Scrive, Bobbio, diffusamente, e stigmatizza e condanna e sprofonda negli inferi i nazifascisti uccisori di preti; ma, guarda un po', che strano, che combinazione… nemmeno un accenno ai preti, ai sacerdoti uccisi, ammazzati, assassinati dal comunismo e dai comunisti.
Allude solo, l’editorialista, eufemisticamente e pudicamente (forse con riferimento ai ‘liberatori’), ai preti “vittime degli altri”, ma, ripetiamo, non una parola, un indizio, un bisbiglio rispetto ai numerosi, efferati e criminali massacri di preti commessi dai comunisti e dal comunismo.
E allora, anche in nome e per conto della parresìa, vale a dire il diritto-dovere di dire la verità, di raccontare la verità, di scrivere la verità, qualcuno si prenda la briga di far conoscere a Bobbio e all’Eco ciò che di seguito si afferma.
Ove si parli, si discuta e si approfondisca l’argomento “Preti, sacerdoti ammazzati: fede e libertà”, ebbene non ci sono graduatorie, non c’è gara: ci sono solo tristissimi primati, prevalenze assolute, traguardi mai raggiunti da nessuno che vedono il comunismo e i comunisti sbaragliare, sempre, dovunque e comunque qualsivoglia tipo di ‘competitor’: e venga perdonato tale lessico dal sapore quasi agonistico.
Qualcuno dica all’Eco, e a Bobbio, che esiste un libro, “Storia dei preti uccisi dai partigiani” (Piemme, Casale M., 2005), autore Roberto Beretta, giornalista de ‘L’Avvenire’ (!), ove si ricostruiscono le vicende di tanti preti uccisi “con un bel rosario di piombo”, semplicemente in odium fidei.
Nel tristemente noto ‘triangolo rosso’ (ma Beretta suggerisce di estenderne i vertici), coperti dall’omertà dei loro capi e dal silenzio dei cittadini i partigiani comunisti spadroneggiavano e impaurendo e minacciando così prefiguravano: “Se ogni partigiano ammazzasse il proprio parroco e ogni contadino il proprio padrone avremmo risolto ogni problema!”. Niente male vero?!
Ancora: qualcuno dica a lorsignori che Elena Aga Rossi, saggista e storica liberale, relativamente al “dimenticato per lungo tempo” massacro partigiano dei preti ha parlato di “epurazione mirata” sostenendo che la Repubblica Italiana “nacque su una serie di falsificazioni, allora inevitabili e necessarie (…), ma che oggi non lo sono più”; dovrebbero quindi cessare le ‘vulgate’ alla Bobbio: le menzogne, le bubbole e le panzane che vogliono i preti uccisi, anzi trucidati, per lo più dai nazifascisti.
Di più: ove non fossero sufficienti ed esaustivi i riferimenti di cui sopra, così come altre fonti poiché la bibliografia è vastissima, qualcuno segnali che un primo edificante lavoro di pietà cristiana in argomento lo si ascrive a don Lorenzo Bedeschi, autore, appunto, già negli anni ’50 del secolo scorso di un opuscolo, oggi introvabile, intitolato “L’Emilia ammazza i preti”!
Concludiamo, ora, anche se il fazioso, partigiano e settario editoriale di cui sopra richiederebbe altre considerazioni: ma concludiamo non senza accennare, visto che Bobbio con un colpo di coda finale ‘tira in ballo’ pure le nefandezze naziste compiute in Europa (anche con il supporto della Francia di Petain), non senza accennare, dicevamo, alla Guerra Civile Spagnola (1936-1939).
Poche parole in argomento… solo per rinfrescare la memoria a qualcuno: nel 1936 in Spagna domina il Fronte Popolare (anarchici, comunisti, repubblicani, bolscevichi e ‘compagni’ di ogni risma).
La massiccia propaganda anticattolica ‘accesa’ già nei primi anni ‘30 esplode nei modi più virulenti e criminali, portando ad enumerare, al termine del ‘conflitto civile’, cifre spaventose riguardo le vittime ecclesiastiche ‘dell’odio rosso’: secondo G.Roux “…Vi sono stati, tra preti e religiosi, 15000 uccisioni”; J.Estelrich, letterato catalano, parla di 16750 sacerdoti e 11 vescovi massacrati; P.Claudel nella sua Ode ai Martiri spagnoli ne elenca 16000: decine di migliaia, poi, i laici uccisi solo perché trovati in possesso di una medaglietta religiosa.
Eppure, per decenni e ancora oggi, per certo mondo “cattolico e democratico e antifascista” sembra che chi debba farsi perdonare sia la Chiesa (dell’epoca) e non il Fronte Popolare Comunista i cui ‘eroi’ si divertivano pure nel mutilare e fucilare le statue di Cristo e della Madonna.
Chissà se Bobbio e l’Eco conoscono qualcosa di una ‘sciocchezzuola’ come la Guerra Civile Spagnola!
Un’ultima ‘perla’ ancora, e poi mi taccio.
Dice, Bobbio: “Così le parole del papa aiutano a trarre dalla dimenticanza il tributo di sangue elevatissimo dei sacerdoti italiani e non solo alla lotta di liberazione e alla costruzione della democrazia in Europa”(sic).
Bah, che strano: sono sempre stato convinto che il mandato, la divina missione dei preti, dei sacerdoti, a volte davanti, a volte in mezzo al gregge, ma sempre con il popolo di Dio, fosse quella di offrirsi, donarsi, votarsi e consacrarsi per la salvezza delle anime di coloro che la Provvidenza aveva loro affidato; di rinnovare, all’Altare, il Divin Sacrificio di N.S.G.C. in Croce!
E scusate se è poco…
E’ evidente che non sono aggiornato!




5 commenti:
MITICO !!!
Top 🔝
Caro Luigi, grazie per il prezioso contributo!
Comunque nella maggior parte dei casi i bergamaschi lo usano per incartare il pesce...
Top grande!
Io personalmente non ho mai acquistato il " bugiardino" proprio perché il nome è tutto un programma!!
Ottimo, come sempre. Grazie!
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